Covid, Imola e il vuoto normativo sui docenti a scuola

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Manca ancora un protocollo operativo dell’Ausl di Imola per le scuole sulle ultime regole anti-Covid, ma lo stretto rapporto tra l’azienda e i referenti scolastici Covid, uno per ogni istituto, permette nel frattempo di condividere le prassi sui punti normativi più delicati. Ed è proprio all’incontro di martedì tra l’Ausl, i referenti e alcuni presidi che è emersa la patata bollente: l’assunzione di responsabilità dei dirigenti nel far rientrare a scuola un docente in caso di tampone negativo, in quel lasso di tempo in cui non è ancora arrivata la certificazione ufficiale dell’Ausl. Sul punto manca ancora l’indicazione operativa.

Il punto dei presidi

La questione non è di poco conto, poiché in caso di positivi, la classe e i docenti interessati secondo disposizione dell’Ausl sono sottoposti a tamponi. «Mentre per gli alunni è l’Ausl a certificare la fine della quarantena», spiega la preside dell’Ic2 Maria Di Guardo, presente all’incontro, «per gli insegnanti c’è un vulnus normativo». Potrebbe stare infatti ai presidi decidere, in caso di esito negativo, di far rientrare il docente prima che arrivi il certificato Ausl, per il quale a volte servono fino a 48 ore. «Il problema è che molti docenti insegnano in più classi, perciò se sono in quarantena bisogna garantire la vigilanza in tutte le loro classi a scuola», riflette Stefania Galeotti, preside dell’istituto Paolini-Cassiano. «La preoccupazione arriva quando abbiamo più docenti in quarantena perché l’assenza si riflette su molte classi, e anche un giorno in più fa la differenza», aggiunge Gian Maria Ghetti, dirigente del Polo Alberghetti e dello Scarabelli-Ghini.

Il protocollo

A questo nodo irrisolto si aggiunge il tema della privacy, che impedisce ai i presidi l’accesso ai dati sanitari dei dipendenti: «È emersa la proposta, in un’ottica di collaborazione tra datore e insegnante, che il docente esibisca l’esito del tampone e che il preside si assuma la responsabilità del rientro. Il regolamento non si esprime in merito e manca una scelta condivisa su questo. È importante decidere in modo unitario poiché vari insegnanti si dividono su più scuole, soprattutto nelle secondarie», fa notare Di Guardo. Per questo i dirigenti attendono a breve dall’Ausl il verbale dell’incontro, per capire quale sarà l’indicazione in merito. «Nel caso la scelta fosse lasciata ai dirigenti, ci troveremo presto per decidere», conclude Di Guardo. Il rapporto con l’Ausl, comunque, è valutato positivamente dai dirigenti, che in modo corale confermano che «la tempestività dell’azienda e i canali preferenziali per i tamponi ai docenti consentono di gestire in tempi brevi i casi di positività».

È stato un avvio dell’anno scolastico molto travagliato per i corsi serali di Imola ma finalmente la situazione è a regime. All’appello ora ci sono tutti i docenti, dopo le difficoltà iniziali nel garantire l’organico a causa della mancanza di fondi e per le rinunce causate dalle nomine delle graduatorie provinciali, più sicure da un punto di vista occupazionale.

Il patchwork è riuscito con alcuni docenti dell’organico diurno coprono il serale con ore aggiuntive e altri che vi insegnano per una parte del proprio monte ore. «L’organico del serale quest’anno è stato finanziato con i fondi Covid, e quindi è partito un po’ in ritardo – ha spiegato Stefania Galeotti, preside del Paolini-Cassiano, che offre due corsi serali, una terza e una quinta –. Tre docenti avevano lasciato il posto poiché nominati dalle graduatorie, con la sicurezza del posto fino a fine anno scolastico e non solo fino al 31 dicembre, come è per l’organico “Covid”. Ora finalmente ci siamo, con 9 docenti».

Anche l’Alberghetti, che conta una terza, una quarta e una quinta per una decina di insegnanti, è al completo: «Abbiamo definito solo pochi giorni fa ma ora siamo al completo», ha detto il preside Gian Maria Ghetti. G.B.

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