Cotignola, l'Arena delle balle di paglia tra festa e solidarietà

Sono davvero pochi i posti in cui l’argine di un fiume che ha tenuto col fiato sospeso un’intera comunità può trasformarsi in un luogo di cultura e folclore, festa e divertimento, spettacolo e stupore.
L’Arena delle balle di paglia, uno dei festival estivi più suggestivi della Romagna che quest’anno è in programma dal 12 al 18 luglio, ha sempre interagito con quella sponda del fiume Senio da cui il panorama notturno è come un concerto di luci, tra stelle, lanterne e qualche lucciola.
Quest’anno sarà ancora così, con l’unica differenza che su quell’argine - ma è tutto in divenire - non ci si potrà più andare.
Intanto stasera gli organizzatori, i tanti volontari dell’associazione Quelli di Primola, si ritrovano al Circolo Campagnolo, in via Roma 46 a Cotignola, per svelare qualche anticipazione sul programma completo e condividere emozioni e pensieri. E tutti possono partecipare, “senza il bisogno di bussare”, come hanno scritto nel messaggio di presentazione.
«Noi progetteremo la nostra Arena come fosse un centro delle balle di paglia, soccorso solidale, sociale, artistico, culturale, visionario degli alluvionati e fantasisti della Romagna – spiega il presidente dell’associazione Primola, Mario Baldini - Un luogo di festa, mescolato con l’arte e la solidarietà vera, concreta, quella senza retorica, quella che ci ha dato speranza e gioia quando l’abbiamo vista camminare nelle strade con i badili dei ragazzi, street art di fango e speranza. Abbiamo bisogno di fare nascere cultura e arte per vivere. Faremo germogliare qualcosa che le somigli, che appartenga ai campi della vita”.
Dopo gli anni della pandemia in cui si era dovuta reinventare sia come format che location, l’anno scorso la kermesse è tornata nel suo habitat naturale. Nella sua completezza. Quest’anno invece quell’argine potrebbe essere ancora off limits, ma c’è già un’area limitrofa altrettanto suggestiva in cui poter eventualmente trasferire parte di quelle balle di paglia su cui sedersi o poggiarsi, nello specifico la Golena dei poeti.
«La nostra rassegna sarà focalizzata comunque sulla solidarietà – sottolinea Baldini – e ci piacerebbe poter invitare i testimoni di questo dramma per ascoltare i loro racconti. Anche se avremo meno possibilità, vorremmo aiutare chi ha più bisogno di noi. Facciamo con quel che abbiamo gratis: entusiasmo, depressione e la gioia di incontrare altri. Non perderemo mai questi sentimenti, la nostra carta d’identità di paglia».
Già, quella paglia che in molti territori è finita completamente allagata oppure intrappolata in una coltre di argilla.
«La nostra intenzione è donare quella paglia ai rioni faentini per i loro cavalli – spiega Baldini ricordando che l’8 luglio ci sarà la tradizionale raccolta delle balle di paglia – proprio perché in molte di quelle zone l’alluvione non ha risparmiato niente e nessuno».