Container, traffici in crescita Il potenziale è ancora maggiore

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Progetto Hub Portuale di Ravenna: lunedì iniziano i lavori anche sulle banchine, partendo da quella Bunge. Intanto arrivano i dati di maggio sui container: superano del 23 per cento i traffici dello stesso mese del 2021. E sono superiori del 49 per cento rispetto a quelli del 2019. Anche i rotabili superano del 23,5%, nel maggio appena passato, i numeri del 2021. Sono le cifre snocciolate ieri dal presidente dell’Autorità di sistema portuale, Daniele Rossi, durante la presentazione dello studio “Analisi dei flussi marittimi container da e per il Porto di Ravenna”, affidato dall’Associazione Ravennate Spedizionieri Internazionali a Srm (Centro Studi specializzato nell’Economia del Mare collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo). Nella giornata, conclusa da Guido Nicolini (Presidente Confetra) e Silvia Moretto (Presidente Fedespedi), è stata anche annunciata, dall’assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Regione, Andrea Corsini, l’imminenza (prevista per la prossima settimana) della firma da parte del presidente del Consiglio, Mario Draghi, dell’istituzione della Zona logistica semplificata (Zls) per il porto di Ravenna e per varie realtà di smistamento merci collegate, con importanti sgravi fiscali su investimenti e attività logistiche.

Se l’inizio dell’anno è stato positivo e lo è rimasto nonostante i traffici legati al Mar Nero si siano dovuti azzerare per via della guerra (la crescita generale delle movimentazioni ha visto un’ascesa del 7,5% fra gennaio e maggio, che per i container è stata del 19%) il potenziale è ancora più importante. L’analisi del contesto è stata presentata da Alessandro Panaro di Srm: «Il valore dell’import ed export in Emilia Romagna – ha spiegato – ha sfiorato i 30 miliardi di euro nel 2019, con una crescita del 21 per cento sul 2014. L’ascesa è stata importante per settori storicamente importanti come la meccanica (9 per cento di crescita), ma l’ambito che ha visto il maggiore sviluppo è stato quello dell’agroindustria (41 per cento). Con un’esplosione degli arrivi da lungo raggio (69,1% in più), con l’Asia orientale che risulta il mercato in maggior crescita». Per capire il potenziale del traffico di container Srm ha però intervistato 450 aziende che si riferiscono a quel mercato, trecento delle quali tra Romagna ed Emilia e 150 fuori regione: «Il 49 per cento delle intervistate utilizzano il porto di Ravenna per l’export, ma il 32% di queste ha dichiarato di farlo per meno del 20% della sua merce – ha proseguito Panaro -. L’81% invece si riferisce allo scalo romagnolo per l’import». Il competitor principale è rappresentato da Genova e la richiesta più importante da parte delle aziende già clienti del porto ravennate è relativa ai servizi marittimi e al miglioramento dei collegamenti. La tematica dei servizi è vista prioritaria anche da coloro i quali sono solo potenziali partner del bacino dell’Adriatico Centro Settentrionale, che chiedono però di rivedere anche i costi. Sul fronte dei servizi un appello è stato lanciato dal presidente degli Spedizionieri, Danilo Belletti, che ha chiesto alle istituzioni presenti una pressione a Roma per il personale di dogana: «Siamo di fronte a una fase di grandi investimenti e di sviluppo riscontrato dai numeri. Non possiamo tarparlo – ha detto Belletti – perché mancano una trentina di effettivi fra personale sanitario e non per la fase di sdoganamento».

La fase di investimenti non sarà senza disagi e ieri Daniele Rossi lo ha voluto precisare: «Abbiamo ripristinato, per ora, un pescaggio di 10,5, che presto sarà tale anche per tutta l’asta interna – ha concluso il suo intervento il presidente dell’Adsp -. Chiediamo tanta pazienza agli operatori di qui in avanti, con i lavori che investiranno anche le banchine. Avremo un’organizzazione militare, ma non basterà a eliminare i tanti problemi che investiranno gli operatori».

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