Con la vittoria di Elly Schlein "cancellati i tempi di Renzi": e Gianfranco Miro Gori torna al Pd

Il ciclone Schlein porta spifferi di vento anche nel Rubicone. I primi sono il ritorno al Partito Democratico dell’ex sindaco di San Mauro, Gianfranco Miro Gori. L’attuale presidente dell’Anpi della Romagna se n’era andato nel pieno dell’epoca renziana, la vittoria alle primarie della giovane politica bolognese ne segna il ritorno. «Perché rientro nel Pd? Detto in maniera molto semplice, per la collocazione del partito su posizioni di sinistra, come ha sempre affermato la nuova segretaria - esordisce Gori - Per un partito in cui prevale il pronome ‘noi’ invece di ‘io’, aperto alla partecipazione più ampia soprattutto dei ceti più deboli (questo è il compito della sinistra!), e capace di decidere in maniera collettiva. Per un partito socialista o laburista - se qualcuno preferisce questo termine - ambientalista e femminista. Capace di attrarre - come mi pare abbiamo dimostrato queste primarie che costituiscono, comunque la si veda, un’autentica rivoluzione – nuovi elettori e nuovi militanti oltre a molti di coloro i quali si erano allontanati a causa della precedente deriva neoliberista».
L’ex sindaco di San Mauro Pascoli in due mandati non fa mistero della sua avversione al renzismo. «Sono uscito dal Pd durante la segreteria Renzi, perché vi prevaleva il neoliberismo, manifesto in provvedimenti come il jobs act e la famigerata abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, in spregio delle politiche socialiste. Ma del renzismo non ho mai condiviso un’altra ragione fondamentale: la pratica sempre più accentuata della politica dell’uomo solo al comando, che parla direttamente al popolo scavalcando i corpi intermedi (sindacati, associazioni, partiti ecc.) che sono il sale della democrazia parlamentare. Una prassi che personalmente trovo molto pericolosa e radicalmente contraria ai valori della sinistra».
Sulla nuova segretaria ripone ampie aspettative. «Mi aspetto che guidi una radicale inversione di marcia rispetto alle politiche neoliberiste e soprattutto apra il partito. Ne faccia un organismo di discussione e partecipazione. Non se ne può più di uomini e donne sole al comando. Se vuole, se li tenga la destra. La sinistra è partecipazione. Presa di potere popolare».