Le luminarie in tempo di crisi: i piccoli Comuni riminesi pronti a tagliarle

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C’è chi ha già “tagliato” ore di pubblica illuminazione, chi ha dimezzato i corpi luce accesi, chi ha trasferito l’ufficio del sindaco in uno spazio più piccolo da riscaldare, chi il sabato mattina riscalda solo alcuni uffici e chi propone un Natale per tutti senza luminarie: il caro bollette di luce e gas sta stritolando i bilanci già ammaccati dei piccoli Comuni e in vista dell’autunno in tanti enti sono già corsi o stanno correndo ai ripari con veri e propri piani di risparmio in cui non si arriva a escludere neppure una riduzione dei servizi. E’ piuttosto variegata la mappa delle soluzioni adottate e in fieri in un tour ideale delle due vallate, fra piccoli borghi e grosse difficoltà.

Qui Valmarecchia

Fabiano Tonielli è alla guida del Comune più piccolo di tutti, o meglio con la minor popolazione visto che Casteldelci è esteso quanto la Repubblica di San Marino. «In questi tre anni e mezzo abbiamo efficientato tutti gli impianti di illuminazione pubblica con i led per una spesa di mezzo milione di euro e per il momento siamo in grado di rispettare la spesa storica (dovevamo molto secondo il progetto, lo stiamo facendo non avendo aumenti). In autunno probabilmente dovremo però prendere provvedimenti se le spese continueranno a essere queste e si potrebbe ad esempio spegnere della pubblica illuminazione nelle frazioni che hanno pochi residenti specie nei mesi invernali, ma dovrà decidere il consiglio comunale nel caso dove farlo» apre la fila dei sindaci. Seguito dal collega di Pennabilli Mauro Giannini: «Saremo molto oculati nelle accensioni del riscaldamento e dell’illuminazione per ridurre i consumi e per ora proviamo a resistere così, poi se sarà necessario si toccheranno anche i capitoli di spesa relativi ai servizi, ma prima aspettiamo indicazioni ministeriali in materia. Sperando qualcuno ce ne dia… ».

«Situazione drammatica»

«La situazione è drammatica ed è chiaro che bisognerà prendere provvedimenti, al di là di quello che farà il Governo in materia di rimborsi: ne serviranno di riduzione di consumi sia per il calore che per l’illuminazione pubblica» fa eco Goffredo Polidori da Sant’Agata Feltria, dove ha già affrontato la questione in giunta: «E’ un tema da trattare con serietà e informando la popolazione dei costi per l’ente: abbiamo fatto una riunione ad hoc e, non avendo impianti di accensione alternata, abbiamo fatto una proiezione sull’accensione ritardata di una mezzoretta della pubblica illuminazione con spegnimento anticipato di un’ora la mattina e questo ci darebbe un risparmio fra il 15 e il 18%. Vedremo se questo sarà sufficiente con gli aiuti del Governo che sono imprescindibili, mentre ci attesteremo sul range 19-21° consigliato dal consiglio dai ministri per il riscaldamento delle scuole e degli edifici pubblici». Il piano risparmi è già partito invece a Talamello, come spiega il primo cittadino Pasquale Novelli: «Abbiamo tutti gli impianti a led e abbiamo ridotto l’accensione della pubblica illuminazione un’ora alla sera e un’ora al mattino. Siamo partiti da questo, ma faremo qualcosa anche in fatto di riscaldamento: oltre a seguire le indicazioni sui gradi abbiamo in discussione altre misure quali il ritardare l’accensione, tenere monitorate le temperature dei locali e spegnere il riscaldamento alle scuole il sabato e la domenica». Ha in programma un punto della situazione con la sua ‘squadra’ proprio oggi il collega di Maiolo Marcello Fattori. «Lo abbiamo fissato per studiare una strategia, decidere se saremo costretti a spegnere la pubblica illuminazione per qualche ora o fare anche altro. Nel frattempo stiamo realizzando il cappotto termico alla scuola e facendo la sostituzione della caldaia e di tutti gli infissi del municipio per avere dei risparmi».

«Luminarie da evitare»

Chiude la fila dei piccoli Comuni della Valmarecchia Leonardo Bindi da San Leo, con la proposta che farà di certo discutere di più. «Qui sono stati messi in atto da tempo, non da ieri, interventi di efficientamento energetico (c’è il fotovoltaico sul tetto dell’asilo a Pietracuta dai primi anni 2000, il fotovoltaico a Libiano che produce tanta energia) e da tre anni stiamo sostituendo tutti i punti luce con lampade led. Cosa fare oggi oltre a questo? Mettere in ordine buone pratiche come abbassare di un grado il riscaldamento, ridurre gli orari delle caldaie, un po’ quello che dice lo Stato insomma, e chiedere grande attenzione al personale delle scuole per limitare perdite di calore e luci accese inutilmente. Ma mi viene anche da chiedermi: è necessario quest’anno riempire le città di luminarie di Natale da metà dicembre a metà gennaio? Non è meglio prendere un provvedimento univoco e fare un Natale diverso nel segno del risparmio e del rapporto diretto con bracieri in piazza, magari alberi con stelline e candele fatti dai bimbi delle scuole o iniziative simili?».

Qui Valconca

Da una vallata all’altra la musica (funebre) per i bilanci causa caro bollette non cambia. Il sindaco di Mondaino Massimo Giorgi lo fa capire bene con le azioni concrete già messe in campo «dai primi di giugno abbiamo spento la metà dei corpi illuminanti ancora non al led (ci sono solo in una parte del paese) eliminando in pratica una linea di pubblica illuminazione: non abbiamo infatti lo spegnimento alternato e non si poteva fare altrimenti. Per cercare di ottimizzare i costi del riscaldamento, abbiamo inoltre trasferito l’ufficio del sindaco in una stanza più piccola, perché quello tradizionale era molto grande, nell’ordine dei 100 metri quadri. Con le scuole siamo sovradimensionati e già dallo scorso anno abbiamo abbassato le temperature dei locali meno sfruttati, ma non si possono certo lasciare i bimbi al freddo…». Chiude il cerchio Riziero Santi da Gemmano, nell’occasione nei soli panni del primo cittadino: «Stiamo elaborando un piano organico complessivo e abbiamo iniziato con strumenti strutturali come la divisione dell’impianto di riscaldamento che ci consente di tenere acceso il sabato solo l’ufficio del sindaco e l’anagrafe per qualche ora visto che gli altri uffici sono chiusi. Stiamo inoltre cambiando tutti i corpi illuminanti con il led nelle frazioni più popolose e dimezzeremo l’illuminazione del centro storico, ottimizzandola al 50% di potenza oltre un certo orario che può essere la mezzanotte».

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