Commissario: non perdete altro tempo

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Nei momenti difficili sentiamo il bisogno di aggrapparci a una certezza, come il naufrago al salvagente. Trattandosi di politica, chi meglio di Andreotti ci può aiutare? Ecco due massime rimaste nella storia: “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. “Il potere logora chi non ce l’ha”.
Ora abbiamo una chiave di lettura della tormentata partita sulla nomina del commissario per l’alluvione in Romagna da parte del governo. Meloni fin da subito ha ribadito che non c’è fretta, ma in realtà non è così. Il presidente della Regione Bonaccini non vede l’ora, i sindaci sollecitano una scelta in tempi brevi e le due cose non necessariamente coincidono. E poi c’è il viceministro Bignami, attivissimo sul territorio, che però ha qualche ostacolo in casa. Partiamo da un presupposto: il giornalista non è e non dovrebbe essere un notaio o un registratore che trascrive qualsiasi cosa. Lecito sollevare dubbi, fare obiezioni e porre domande per rispetto dei lettori e della verità. Dopo l’alluvione abbiamo assistito a un viavai di ministri. Con una particolarità: alcuni di loro, Tajani, Salvini e Urso, hanno puntato su Forlì.
Una, due, tre volte. Si tratta dell’unico capoluogo in Romagna governato dal centrodestra con il sindaco Zattini, un moderato. Forlì è una delle città colpite, ma la coincidenza pone interrogativi. Anche perché Salvini, nello stesso giorno, ha visitato Brisighella, comune ravennate sempre a guida centrodestra.
«Ci sarà una calamita», scherza un esponente del centrosinistra. In campagna elettorale è lecito sostenere i propri colori, ma davanti a un disastro epocale occorre un cambio di passo. Le frane non hanno fatto differenze tra destra e sinistra, le onde di acqua e fango nemmeno. La melina sul commissario è un affronto a tutta la Romagna. Ribadiamo l’invito: fate presto. I comizi più avanti.

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