Cold Case di Alfonsine, l'ex comandante: "Avvisai la Procura"

«Dopo l’omicidio Vetrano parlai al pm riguardo i sospetti nei confronti di Orazio Tasca». Già nel luglio del 1987 il maresciallo Aurelio Toscano, all’epoca comandante della stazione dei carabinieri di Alfonsine, avvisò in maniera informale la Procura: da alcune settimane si era sedimentata l’idea che uno dei suoi uomini fosse coinvolto nel rapimento del 21enne Pier Paolo Minguzzi, svanito nel nulla la notte tra il 20 e il 21 aprile di quell’anno e trovato morto nel Po di Volano l’1 maggio, dopo giorni di telefonate estorsive con la richiesta di un riscatto da 300 milioni di lire. Il comandante sospettava di Tasca, «uno zoticone, un poco di buono», come lo ha definito ieri in aula. E il fatto che in quel luglio infuocato il suo sottoposto (oggi 54enne) fosse stato arrestato in flagrante insieme al commilitone Angelo Del Dotto (56 anni) e all’amico Alfredo Tarroni (63 anni) per l’estorsione alla famiglia Contarini (finita nel tragico agguato costato la vita all’appuntato Sebastiano Vetrano), non faceva che indirizzare le indagini verso una pista già tracciata: e cioè che i tre avessero architettato entrambi i colpi prendendo di mira le due più ricche famiglie di imprenditori agricoli della zona. Nonostante ciò nessuno di loro fu mai indagato. Si è dovuto attendere la riapertura del più datato cold case italiano, per vederli tutti imputati davanti alla Corte d’assise a distanza di 34 anni dal delitto.



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