Claudia Gerini e il Solis String Quartet a Cervia per Califano

Nuovo appuntamento per il “Trebbo in musica 2.3” di Ravenna festival, questa sera alle 21.30 all’arena dello stadio dei Pini di Cervia-Milano Marittima: Claudia Gerini e il Solis String Quartet ricordano Franco Califano con “Qualche estate fa”.

Claudia Gerini, fra i protagonisti del cinema italiano (notevole il suo esordio alla regia con “Tapirulan”), incontra un quartetto d’archi, nato a Napoli nel 1990, che ha suonato con Baglioni, Celentano, Bennato, vincitore del premio della critica Mia Martini al festival di Sanremo nel 2006 e con collaborazioni con artisti internazionali come Richard Galliano e Noa: Gerini presta voce e interpretazione a una galleria di donne che declina al femminile la narrazione su Franco Califano. Il cantautore romano emerge da questo ritratto in musica in tutte le sue sfaccettature, attraverso una struttura in nove quadri, su testi di Stefano Valanzuolo e con la regia di Massimiliano Vado, ciascuno dei quali si conclude con una canzone, riarrangiata da Antonio Di Francia.

«I testi di Stefano Valanzuolo – si legge nella nota della serata – hanno per protagoniste nove diverse donne, personaggi che rappresentano storie forse di fantasia oppure cantate nei pezzi musicali e narrate nei monologhi; così l’universo femminile, tanto caro a Califano, diventa centrale nel racconto ma sfugge i modelli maschilisti inevitabilmente associati allo stereotipo del “Califfo”. Le associazioni fra scene e canzoni assecondano le suggestioni della musica, secondo allusioni piuttosto che citazioni». I brani in scaletta vanno da “Tutto il resto è noia” a “Minuetto”, da “La musica è finita” a “La nevicata del ’56” e “Un’estate fa”.

Gerini condivide con Califano il legame con Roma, ed è interprete di molti personaggi femminili, sia in commedie leggere che in ruoli drammatici. «Ci presentammo dietro le quinte di una trasmissione, entrambi in veste di ospiti un po’ di anni fa – ricorda Gerini – era appena nata la mia seconda figlia. Franco era elegantissimo e super preparato per l’occasione. Fu un momento breve ma lo ricorderò sempre. Da quel giorno non ci siamo più rivisti. Per me come per lui la romanità è importante. In qualche modo Roma, i suoi vicoli, la filosofia e l’immaginario romano ci appartengono. Il califfo era uno controcorrente, ovviamente bello e pieno di donne. E famoso. Bersagliato a torto o a ragione per certi aspetti, ha avuto un’esistenza felice e difficile, il periodo del carcere, quello della droga. Involontariamente i suoi momenti bui hanno facilitato chi da sempre cercava di insabbiare il suo essere un vero poeta. Franco era un uomo al quale non si perdonava niente».

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