Ciclismo, Ugrumov il riminese di Riga: «Tosto l'arrivo a Bagno»

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Due volte sul podio del Giro d’Italia, una volta secondo al Tour de France. È mancato veramente poco Piotr Ugrumov per entrare nell’Olimpo dei vincitori di una corsa tappe e nel 1993 il sogno rosa svanì per poco meno di un minuto. Un “Giro” d’orologio che avrebbe cambiato la carriera del lettone di Riga, da anni trapiantato in Romagna, a Rimini. La riviera romagnola e Rimini furono la porta del professionismo per 15 ciclisti russi (tra cui la leggenda Suchorucenkov), che nel 1989 approdarono a sorpresa nella formazione sammarinese Alfa-Lum. Tra loro il ventottenne Piotr Ugrumov, che poi decise di stabilirsi definitivamente in Romagna. Dopo la carriera da professionista, Ugrumov ha svolto il ruolo di allenatore delle giovanili e attualmente è il direttore sportivo degli Allievi della Eurobike Riccione. Il Giro in Romagna è una gioia anche per lui: «Mi fa piacere notare – spiega l’ex atleta della Gewiss – come negli ultimi anni il Giro arrivi molto spesso in Romagna. A Cattolica, se le regole le permettono, vorrei caricare tutti i miei ragazzi sul pulmino e portarli a vedere la tappa perché credo sia sempre un’esperienza molto significativa per un giovane ciclista. Mi piace andare a vedere le corse, il Giro in particolare, e preferisco farlo da spettatore, senza cercare accrediti ma rimanendo dietro le transenne». Ugrumov conosce anche le salite finali della tappa di Bagno di Romagna: «Là in alto Savio abbiamo fatto diversi ritiri con i miei ragazzi in passato e posso dire di conoscere tutte le salite. Il Carnaio dal versante del Raggio ha 3 chilometri molto duri e la cima della salita non è lontana dal traguardo. Speriamo di goderci un bello spettacolo perché la strada lo permette». A chi è salito per due volte sul podio del Giro d’Italia è impossibile non chiedere un pronostico. «Il mio favorito è l’inglese Simon Yates – prosegue l’ex russo – perché è in ottima forma e soprattutto perché ammiro il modo di fare ciclismo della BikeExchange. Il figlio del mio amico Konychev (Alexander, ndr) corre con loro e mi piace come hanno impostato la squadra e la crescita degli atleti. Poi sono curioso di vedere come andrà Bernal e voglio capire se il giovane belga (Evenepoel, ndr) è già così forte».

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