IMOLA – «La candidatura c’è ed è ben supportata a livello sportivo e politico. Noi come gestori del circuito abbiamo dato la disponibilità, anche perché quella dei Mondiali di ciclismo non è solo una suggestione molto importante, ma anche e soprattutto un’occasione pazzesca». Le parole di Uberto Selvatico Estense, presidente di Formula Imola, sono quelle che ogni sportivo e cittadino romagnolo avrebbe voluto sentire. Le indiscrezioni che vogliono Imola candidata ad ospitare i prossimi Mondiali di ciclismo, saltati in Svizzera causa provvedimenti anti-Covid19 (no agli eventi con più di 1000 persone coinvolte fino al 30 settembre), trovano insomma conferma: «Crediamo che l’impianto sia perfetto per ospitare manifestazioni del genere – continua Estense – e i tempi serrati (Mondiali in programma dal 20 al 27 settembre, ndr) non ci preoccupano. Poi adesso il pallino ce l’hanno in mano Bonaccini e l’assessore Corsini, che hanno già dimostrato di fare tantissimo per lo sport. Se la candidatura andrà a segno saranno coinvolte anche le forze politiche locali, per il momento attendiamo fiduciosi la decisione dell’Uci».
Settimana decisiva
La prossima sarà la settimana della verità. L’Uci ha la propria decisione entro il 1° settembre e sulla carta l’Italia è nettamente favorita, perché la Spagna e la Francia hanno attualmente problemi enormi con la curva epidemiologica mentrela candidatura dell’Austria (Mondiali già nel 2018 a Innsbruck) non convincem tantomeno quella dell’Olanda. Il presidente francese David Lappartient, che già aveva spostato in patria (a Plouay) i campionati Europei (dal 24 al 28 agosto) originariamente previsti in Trentino, deve prendere una decisione pesante e con numerose implicazioni politiche ed economiche. L’aver penalizzato la ricollocazione nel calendario del Giro d’Italia (in contemporanea con le grandi classiche del Nord) potrebbe spingerlo ad accettare una candidatura tricolore, anche perché la Federazione Italiana tramite il presidente Di Rocco (numero 2 mondiale) si è subito resa disponibile. Da valutare alcune implicazioni, come la possibile riduzione del programma (solo gare in linea e cronometro maschile e femminile) e i costi, che i ben informati valutano attorno ai 4.5 milioni di euro, ma probabilmente vanno diminuiti di almeno un terzo: «Queste valutazioni le lasciamo ad altri – conclude Estense - la disponibilità dell’impianto c’è, poi il percorso, il numero di gare da disputare, il calendario e le risorse da trovare, sono tematiche che spettano ai professionisti del ciclismo. Se il ritorno della Formula 1 a 14 anni di distanza dall’ultimo Gran Premio rappresenta un grande colpo, quello dei Mondiali di ciclismo dopo 52 anni dall’oro di Adorni sarebbe eccezionale».