Ciclismo, da Riccione a Cesenatico è il giorno del "Pantani"

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Nel nome del Pirata, il grande ciclismo fa di nuovo tappa in Romagna. Oggi è il giorno della 20ª edizione del Memorial Marco Pantani–Trofeo Sidermec con 143 professionisti del pedale che scatteranno alle ore 11.10 da Riccione per poi concludere le loro fatiche a Cesenatico dopo 193,3 chilometri. Una carovana allestita dal Gs Emilia di Adriano Amici, che, grazie all’indispensabile contributo di Panathlon Cesena e di Sidermec (Dionigi e Buda sono stati gli ideatori e sono tuttora gli sponsor della manifestazione), andrà a percorrere le strade care all’indimenticato Marco Pantani. L’appuntamento davanti a palazzo del Turismo di Riccione è per le 9, quando inizieranno le operazioni preliminari di rito e sarà l’occasione per fotografare da vicino coloro che saranno poi protagonisti della gara e farsi un selfie con loro. Tra i più attesi al via l’unico romagnolo Filippo Baroncini (dorsale 122), che gareggia con i colori della nazionale italiana agli ordini del Ct Bennati. I protagonisti di alto livello non mancheranno, a partire da chi ha vinto e chi è arrivato secondo giovedì alla Coppa Sabatini, lo svizzero Marc Hirschi (Uae), anche trionfatore al Giro dell’Appennino, e il franco-russo Pavel Sivakov (Ineos). Tra i favoriti anche Michael Matthews (Jayco Alula), ma saranno in tanti a volerci provare: da Niccolò Bonifazio a Lorenzo Rota, dal campione italiano Simone Velasco al kazako Alexey Lutsenko, primo straniero a vincere il Pantani. Una corsa che nel corso degli anni ha spesso favorito i passisti-veloci, con atleti che hanno la possibilità di reggere salite non troppo impegnative e trovare lo spunto veloce al termine della corsa per piazzare la stoccata decisiva sul traguardo di viale Carducci a Cesenatico, dove è posto il monumento dedicato a Pantani. La corsa torna, dopo l’annullamento dell’edizione 2022 a causa del maltempo, con un percorso rinnovato. I colli riminesi potranno dare la possibilità ai temerari di lanciarsi in azioni da lontano, con attacchi e spettacolo sin dalle prime battute. La porta d’ingresso nella provincia di Forlì-Cesena sarà il Gorolo (5,3 km al 5,3%), quindi ecco il circuito di Longiano che rappresenterà il cuore della corsa: un anello di 15,9 km da affrontare quattro volte e con una prima salita a Badia, con i suoi 2 chilometri al 5.2 per cento, e poi il Muro di via Belvedere, 900 metri con pendenze che avvicinano il 20%. Il percorso presenta poi un tratto di 38 chilometri pianeggiante che potrebbe servire per le rimonte o per potenziali azioni da finisseur. Una volta a Cesenatico, sarà gara “criterium” con il classico circuito finale di 5 chilometri da percorrere 4 volte prima dell’arrivo davanti al monumento dedicato a Marco Pantani. Il taglio del nastro della Italian Bike Festival avvenuto ieri mattina al Misano World Circuit ha rappresentato un’occasione per ricordare il grande 2024 del ciclismo in Romagna. L’assessore regionale al turismo Andrea Corsini ha introdotto, sottolineando come «il cicloturismo sia per la nostra Regione un asset turistico di primaria importanza e la Grand Depàrt del Tour de France del prossimo anno sarà un’opportunità unica di promozione dei nostri territori con la loro incredibile offerta, tra antichi borghi, città d’arte e la Riviera con la sua innata ospitalità». A fargli eco il presidente di Apt Servizi Emilia-Romagna, l’ex ciclista ed ex commissario tecnico azzurro Davide Cassani: «Per la prima volta in oltre un secolo di storia, nel 2024 il Tour de France prenderà il via dall’Italia e attraverserà la nostra Regione. Dopo i Mondiali di ciclismo del 2020 a Imola, e la costante presenza del Giro d’Italia, il nostro palmares di gare può ora dirsi completo». L’ospite d’eccezione di questa ennesima presentazione della Grand Départ Florence Émilie-Romagne del Tour de France 2024 è stato Bernard Hinault, uno dei più completi campioni della storia del ciclismo, vincitore di 5 Tour de France, 3 Giri d’Italia, un mondiale e una Parigi-Roubaix: «L’Italia era candidata da molto tempo e il 2024 sarà l’occasione buona: è stato un progetto di lungo corso che oggi è finalmente realtà. Anche per il Tour de France questa partenza dall’Italia rappresenta una grande opportunità. Il percorso prevede sin da subito delle salite, quello che mi sento di suggerire a chi prenderà parte al Tour è di prestare la massima attenzione fin dalla partenza e di dimostrarsi in forma fin dallo start perché questo può fare la differenza». E alla domanda se vi è qualcuno che può essere considerato un suo erede, Hinault ha risposto: «Credo che si dovrà aspettare ancora un po’ per eleggerne uno».

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