Cesenatico, due platani avvelenati: rischio crolli

In viale Leonardo da Vinci, in pieno centro città, avvelenatori iniettano sostanze mortifere a due alberi. Più punture praticate nei tronchi di due grandi platani ottuagenari, che lungo lo storico viale fornivano ombra e davano ossigeno. Un albero è già morto, l'altro sta per diventarlo. Coi rami secchi e che si staccano dalla pianta, le fronde spoglie e le poche foglie rimaste appese accartocciate. Mentre dai tronchi dove sono stati praticati i fori sgorga, come da una ferita aperta, quanto è servito per infettarli e seccarli, probabilmente un potente diserbante.
Resta da capire perché questi due grossi alberi, censiti nel patrimonio arboreo pubblico cittadino, abbiano dato così fastidio da entrare nel mirino dei killer delle piante. Giorgio Grassi, già responsabile del verde pubblico, parla di «delitto ambientale» e segnala le due ultime “vittime”: «Già a giugno si notava l'insolita defoliazione del primo platano, contrassegnato con il numero 396 del recente censimento delle alberature urbane. Non poteva che trattarsi di un avvelenamento causato da inoculo di un potentissimo diserbante sistemico totale. Tale notissimo diserbante usato in agricoltura esplica la propria azione in pochissimo tempo: la linfa trasporta il principio attivo nell’apparato radicale impedendone la regolare azione di crescita. Con conseguente annullamento vegetativo. Cosicché c'è stato l'inarrestabile ingiallimento delle foglie e la progressiva spoliazione». In 2-3 mesi dall’avvelenamento la pianta è morta.
«A seguire la fine del platano 397, a una distanza di appena sei metri, la stessa sorte toccherà al platano numero 396. Che ha subito il medesimo trattamento capestro. Ed è già in vistosissimo decadimento».
Il problema non sono i soli due platani avvelenati, presto anche a rischio caduta, ma anche una possibile azione di contagio radicale sulle radici dei platani contigui «In ordine a una possibile fusione dei fasci vascolari delle ramificazioni radicali».