Cesenatico, due fratelli sequestrati e torturati in garage
- 23 luglio 2023

Arrestati con l’accusa di tortura, lesioni personali aggravate e violenza privata per aver chiuso due fratelli in un garage, immobilizzandoli mani e piedi e picchiandoli con il manico di ferro di una torcia, con una spranga, con calci, pugni e con una taser. Presunti responsabili del grave episodio, ora in carcere, sono Giacinto Battaglino, 53 anni, la moglie Vincenza Chimenti, 52 anni, il figlio Michele Battaglino, 24 anni, e un amico di quest’ultimo, Antonio Cacalano, 24 anni. Tutti residenti a Cesenatico. L’aggressione sarebbe da ricondurre al ritrovamento di un panetto di droga rinvenuto nel garage della famiglia, ma di cui nessuno avrebbe rivendicato il possesso; anzi, sarebbe proprio l’aver trovato la sostanza nella loro proprietà a scatenare la famiglia contro i due fratelli, ritenuti colpevoli di aver nascosto lo stupefacente. La coppia però si è detta estranea alle accuse, ipotizzando la presenza di qualcuno che voleva incastrarli, utilizzando anche un falso account su whatsapp.
Le indagini
L’udienza di convalida prevista per domani servirà a fare ulteriore luce su quanto avvenuto nella serata del 25 giugno, e denunciato dagli stessi fratelli alla Squadra mobile di Forlì-Cesena qualche giorno dopo. I due giovani sarebbero rimasti nelle mani dei presunti aguzzini per un paio d’ore, prima di essere liberati, sotto la minaccia di non recarsi al Pronto soccorso nonostante le ferite riportate: forse anche perché, non ottenendo riscontri alle loro accuse, gli aggressori avrebbero ritenuto di non dare seguito alle percosse e alle minacce di morte. Nella serata da film dell’orrore sarebbe poi rimasta coinvolta anche la fidanzata di uno dei due aggrediti, anche lei ferita nella colluttazione. E sarebbe spuntata anche una pistola usata da Michele Battaglino per dare forza alle sue minacce nei confronti dei sequestrati, detenzione illegale contestata solo a lui dalla Procura.I provvedimenti
Dopo venti giorni di indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Sara Posa, il giudice per le indagini preliminari Massimo De Paoli ha emesso le ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico dei quattro; Michele e Giacinto Battaglino e Vincenza Chimenti sono difesi dall’avvocato Pietro Martines, Antonio Cacalano è invece tutelato dagli avvocati Andrea Romagnoli e Wilmer Naldi. Misure eseguite ieri mattina a Cesenatico.La trappola
Secondo quando raccontato in denuncia dai due fratelli vittime delle presunte torture, uno di loro avrebbe ricevuto la chiamata di Michele Battaglino per recarsi a recuperare alcuni suoi oggetti lasciati nel garage della famiglia. Il ragazzo si sarebbe fatto accompagnare dal parente e dalla fidanzata i quali, dopo averlo lasciato nell’abitazione, si sarebbero allontanati. Lì, però, sarebbe scattata l’aggressione. Colpi in testa, calci e pugni anche quando era a terra, un telo di plastica steso sul pavimento su quale era stata sistemata una sedia dove sarebbe poi stato legato come in un film dell’orrore per evitare macchie di sangue, minacce di morte, scariche con un taser. Presenti sarebbero stati la famiglia Battaglino, che vive nella casa adiacente al garage, e Antonio Cacalano, la cui posizione nella ricostruzione sembra non di primo piano, ma non tanto da evitargli l’arresto. Il nucleo familiare avrebbe contestato il ritrovamento nel garage della droga, che poi sarebbe stata buttata; stupefacente che sarebbe stato occultato a loro avviso dal giovane sequestrato o dal fratello, motivo per cui il primo è stato costretto a chiamare il secondo sotto la minaccia delle percosse per farlo giungere sul posto. Una volta arrivato, anche al congiunto sarebbe stato riservato lo stesso trattamento. Entrambi però hanno negato di aver portato la droga in quella abitazione. Le loro grida di dolore hanno attirato l’attenzione anche della fidanzata che li aveva accompagnati, a sua volta aggredita e ferita in un susseguirsi da Arancia Meccanica. Alla fine, forse non convinti, ma impossibilitati a ricevere conferma delle loro accuse, i tre componenti della famiglia Battaglino e Cacalano avrebbero liberato i due sequestrati e la fidanzata, intimando loro di non recarsi al Pronto soccorso: i tre invece sono stati visitati e giudicati guaribili in 15 e 18 giorni i due giovani e in 3 giorni la ragazza. Nei giorni successivi è stata sporta denuncia e, dopo le prime indagini e i primi riscontri, ieri sono scattate le manette. Domani gli interrogatori quando, se decideranno di rispondere alle domande del giudice, gli arrestati potranno raccontare la loro versione della storia.