Cesena, Villa Silvia e musica meccanica: altro tesoro nascosto

È presto per dire se l’Ammi, l’associazione della musica meccanica che gestisce il complesso di Villa Silvia Carducci e continuerà a farlo fino a fine anno, parteciperà al bando per il nuovo affidamento. Bisognerà infatti capire in che modo sarà confezionato dal Comune l’avviso pubblico. Ma fin da ora Franco Severi, timoniere del sodalizio, sottolinea l’importanza di mantenere e valorizzare il tesoro che impreziosisce quello spazio: il Museo Musicalia, con le sue sette sale in cui è esposta una collezione di strumenti di musica meccanica che in Italia è un unicum, «a differenza di Paesi come la Germania, dove - fa notare lo stesso Severi - esistono ben 40 musei di questo tipo».
Ma questa perla è solo una parte di quello che è stato messo assieme in anni di appassionata attività, conferito a una Fondazione che porta il nome di Severi e messo sotto la tutela dello Stato e vincolato a essere ammirabile dalla collettività. Ci sono infatti altre tre collezioni custodite in magazzino. Ed esiste un progetto, firmato dall’architetto Sanzio Castagnoli, per musealizzarne una: la raccolta Barbieri, di cui fanno parte macchinari per la registrazione e riproduzione di musiche, archivio di brevetti e documenti originali, e migliaia di musiche incise su rulli master e tanto altro. L’idea è di collocarla «nel piano di sotto della villa».
La volontà di Severi di portare avanti quello che definisce «un impegno non da poco, possibile anche grazie a un’ottima collaborazione tanto col Comune quanto con la Regione», nasce non solo dalla sua sconfinata passione per la musica meccanica. C’è anche il desiderio di tenere in città quel tesoro musicale e culturale, che deriva dal fatto di essere «cesenate da sette generazioni» e di «amare alla follia» la sua terra. C’è inoltre la voglia di proseguire un lungo percorso che ha faticosamente permesso di «restaurare Villa Silvia, riportandola all’aspetto che aveva nel 1905, in occasione dell’arrivo della regina Margherita in quel luogo». Un recupero fatto con investimenti significativi, che «sono stati coperti per circa metà dell’importo con fondi dell’Ammi». Infine, Severi vede in ciò che sta facendo anche un dono: «Essendo un uomo molto fortunato, restituisco quello che la vita mi ha dato». Ci sono insomma tante ragioni per auspicare che gli strumenti di musica meccanica restino il fulcro di un luogo che già può contare su un parco di quasi 5 ettari e sull’affascinante storia della sua assidua frequentazione da parte del poeta Giosué Carducci e dell’amicizia che strinse con la contessa Silvia, donna di incredibile cultura.
Sul fatto che la musica meccanica sia «un patrimonio enorme» il presidente di Ammi cita come testimone anche Giovanni Pascoli: «È documentato che disse che non avrebbe potuto comporre le sue poesie se non avesse avuto un piano melodico che lo accompagnava, strumento il cui originale a Barga è stato restaurato e di cui ora c’è un gemello a Villa Torlonia, a San Mauro Pascoli». Villa Silvia e il suo museo hanno tra l’altro tutte le carte in regola per non essere una stramberia retrò di nicchia. Sono meta di tante persone e lo attestano i numeri. Nel periodo pre-Covid si erano raggiunte le 9.000 presenze all’anno a “Musicalia”, senza dimenticare la stanza del Carducci. La pandemia è stata una mazzata, come tutti questi luoghi, ma una forte ripresa è già tangibile. «Probabilmente - prevede Severi - quest’anno totalizzeremo almeno 6.000 o forse 7.000 visitatori. Sono tante anche le scolaresche che vengono qui».