Cesena, tango-terapia per rallentare il Parkinson

Archivio

Nel libro “La sposa giovane” di Alessandro Baricco si dice che “il tango dà un passato a chi non ce l’ha e un futuro a chi non lo spera”. L’associazione cesenate di tango argentina “Medialuna”, a Cesena dal 1998, diretta dai coniugi Susy Casalboni e Giampiero Peca, sta valorizzando il tango come possibilità di offrire un domani meno oscuro a persone con malattie degenerative. Fra le innumerevoli virtù di questo ballo di coppia, c’è quella di offrire un aiuto concreto ai portatori di Parkinson. Così “Medialuna” a lezioni e milonghe praticate da 25 anni, ha aggiunto la tango-terapia. Sono lezioni adattate per parkinsoniani che possono aiutare a rallentare gli effetti della malattia (da cui ad oggi non si guarisce).

Giampiero Peca, medico di famiglia alla Casa della Salute di Forlimpopoli, ballerino e maestro, vi si è avvicinato attraverso studi scientifici.

Dottor Peca, cosa ha spinto “Medialuna” alla tango-terapia per parkinsoniani?

Ho sempre cercato di avvicinare le mie conoscenze mediche al tango, inizialmente lo facevo da un punto di vista psicologico; all’uscita editoriale di lavori scientifici negli Stati Uniti, notai che sul fronte delle malattie neurodegenerative, e in particolare sul morbo di Parkinson, tra le attività non farmacologiche erano state inserite la disciplina del Tai Chi e il tango argentino. Studiate come attività in grado di poter rallentare, o lievemente migliorare la malattia. Fisioterapisti e medici conoscitori del tango argentino hanno cominciato a sperimentarlo sui pazienti, evidenziando miglioramenti. Di conseguenza è stato inserito nelle linee guida del morbo di Parkinson»

In che modo avete realizzato il vostro progetto?

Ho studiato i lavori pubblicati vedendo e analizzando i movimenti tangueri che potevano essere più utili a queste persone. Da qui è nato il progetto che portiamo avanti da alcuni anni. Inizialmente abbiamo collaborato con l’associazione “La foglia e il bastone”; dopo la sospensione per Covid, abbiamo incontrato la neurologa Yasmin Handouk (ha lavorato anche all’ospedale Bufalini), conosciuta come allieva dei nostri corsi, che pure sapeva degli studi scientifici legati ai benefici per i malati di Parkinson, ora collabora al progetto. Tengo a precisare che la tango-terapia si rivolge a parkinsoniani in uno stadio ancora discreto di movimento, non in carrozzella.

Come è organizzato il corso e da dove arrivano i vostri ballerini speciali?

Le lezioni si svolgono di venerdì pomeriggio (alle 15 e alle 16) nella sala “Monty Banks”, che ci offre gratuitamente Auser. I ballerini vi accedono previa valutazione neurologica, di solito sono accompagnati dal marito o dalla moglie, ma non sempre il coniuge sano accetta di provare a ballare. Le nostre coppie arrivano anche da Rimini, Ravenna, Faenza, Pesaro, un ragazzo lavora all’aeroporto di Pisignano. È una bellissima esperienza per noi e per loro. Si sentono coinvolti anche socialmente; c’è chi ha partecipato alla cena sociale “Medialuna”, e chi a gennaio al Festival internazionale di tango argentino “Romagna tango festival” al “Naima” di Forlì.

Quale bilancio e prospettive intravede per la tango-terapia?

È sicuramente un’esperienza che sta portando frutti; dal punto di vista fisico, al controllo neurologico i medici hanno riscontrato piccoli miglioramenti nei movimenti e consigliano il tango. C’è poi un risultato importante sul fronte umano, perché aiuta a combattere l’isolamento conseguente alla malattia. Ciò che mi preme è il ritorno medico. Il Parkinson è purtroppo malattia ingravescente, non è detto che le persone con cui lavori quest’anno siano le stesse l’anno prossimo. Cosa che invece è ciò che vorrei raggiungere: rallentare la malattia al punto da far sì che questi parkinsoniani continuino a ballare il tango, dimostrando che la malattia rallenta grazie alla forza del tango stesso.

Info: 349-4441856.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui