Cesena, quarantene a scuola: gestione caotica, dubbi dei genitori

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Mentre nelle scuole sale la curva dei contagi (nel Cesenate, dall’8 al 14 novembre, sono stati 124 i bambini e i ragazzi in età scolare dai nidi alle superiori che sono risultati positivi al Covid, 91 dei quali nella fascia 6-13 anni, ma anche 14 più piccoli) e si fanno più frequenti tamponi di controllo e quarantene (nell’ultima settimana ne sono scattate 13, sempre nel comprensorio), ci sono famiglie che vivono questa situazione con una certa angoscia. E soprattutto chiedono alle autorità competenti di chiarire una serie di dubbi. Le loro domande, a partire da quelle su chi ha la responsabilità delle decisioni da prendere e su come vengono gestite le relative comunicazioni, nascono a volte da esperienze vissute direttamente, che creano disorientamento e disagi nell’organizzazione familiare. Come quella raccontata dal padre di un’alunna che frequenta la classe quinta della scuola primaria alle Vigne. «Sabato 13 novembre - riferisce - ci è stato comunicata telefonicamente dalla scuola una sospensione delle lezioni per 5 alunni, tra cui nostra figlia, e di un’intera classe, perché erano entrati in contatto con una insegnante positiva al Covid». Questo annuncio è stato accompagnato da quello dell’attivazione della dad e successivamente, sul registro scolastico, dall’informazione che andavano eseguiti due tamponi di controllo. Qui sorge la prima domanda: «Non dovrebbe essere il Dipartimento di Igiene pubblica a gestire certe situazioni? Abbiamo contattato la scuola il 15 novembre e ci hanno risposto che l’autorità sanitaria era irreperibile, cosa che peraltro confermo, e che quindi non avevano informazioni per la gestione dettagliata della cosa». Il risultato è stato “schizofrenico”: «Nello stesso giorno mia figlia si è trovata prima solo in sospensione scolastica, poi in quarantena ufficiale e dopo poche ore la quarantena è stata inspiegabilmente revocata. Il tutto comunicato solo tramite email, senza poter parlare con nessuno e con la scuola che continuava a non avere altre notizie. Questo non ha sicuramente aiutato a dipanare le nostre angosce. Per fortuna, il tampone ha dato esito negativo». In questo quadro prende forma un secondo quesito: «Perché una bimba in possesso di un tampone negativo, col relativo green pass e non in isolamento domiciliare, deve rimanere a casa per un provvedimento preso in totale autonomia dalla dirigente scolastica, sulla base di una comunicazione “informale” dell’Ausl?». La terza perplessità di quel padre è più generale: «Perché, dopo quasi due anni di questo flagello pandemico, la macchina burocratica, i provvedimenti, gli iter, le competenze e la comunicazione alla cittadinanza hanno ancora parecchie lacune? La salute di un figlio è il bene più prezioso, ma anche quella psicologica dei genitori, pur secondaria, dovrebbe avere un minimo di rilievo». Alla fine, tornando allo specifico caso, l’altro ieri è stato «comunicato tramite circolare scolastica» che oggi i bambini «potranno ritornare alle lezioni in presenza, pur rimanendo l’appuntamento del secondo tampone». Il genitore ha segnalato per iscritto tutti i suoi dubbi al sindaco di Cesena e al servizio di Igiene pubblica dell’Ausl. Ma finora - conclude «invano, perché nessuno mi ha ancora risposto».

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