Cesena, produttori e servizi per il rilancio del mercato coperto

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Con l’audizione di Foro Annonario Gest, ieri sera la Commissione 1 ha inaugurato la serie di sedute che, su richiesta dei gruppi di minoranza, saranno dedicate ai Foro Annonario. L’intenzione della Commissione è infatti quella di proseguire ascoltando anche Conad e Voluptas, la società fino a inizio anno aveva in gestione il mercato coperto.

Gestione ora tornata in capo a Foro Annonario Gest, la società di cui fanno parte Confesercenti cesenate, Confartigianato Cesena, Bcc Romagnolo e Cia Conad e che attraverso un project financing realizzò l’intervento di riqualificazione del mercato coperto ottenendone in cambio la gestione. «Ciascuno dei soci porterà il proprio contributo secondo le proprie competenze: quella della banca è evidente, Confartigianato e Confesercenti si occuperanno degli aspetti amministrativi, mentre a Conad abbiamo affidato la parte commerciale e degli eventi», ha spiegato Giampiero Placuzzi presidente della Foro Annonario Gest. Placuzzi per sommi capi ha raccontato quali sono gli elementi su cui la società è intenzionata a puntare. Tra questi «il mercatino dei produttori, che ci piacerebbe avere tutti i giorni, d’altra parte la scelta di togliere la scala mobile e creare la piazza andava proprio in quella direzione», quella di «studiare forme di integrazione tra pubblico e privato sfruttando la presenza al primo piano degli uffici dello sportello facile», e di provare a puntare sui servizi, «di cui i centri cittadini, quello di Cesena compreso, negli anni si sono sempre più svuotati». Incalzato dalle domande dei consiglieri Placuzzi ha anche chiarito che l’intenzione è quella di far lavorare quel luogo fino a sera e non, come accadeva nel passato, solo la mattina, e che non sono previsti ulteriori interventi strutturali, «su quel fronte abbiamo già investito abbastanza».

«Foro Annonario Gest - ha sottolineato Placuzzi, chiarendo ai consiglieri la natura del progetto - è composta di quattro soci che hanno investito nel complesso 8 milioni di euro e che hanno tempo fino al 2057 per rientrare di quell’investimento. Quando si fa impresa capita di dover aggiustare le aspettative: è stato così anche per questo progetto, nato pensando alla ristorazione e al food come filo conduttore, in un contesto molto diverso da quello attuale». Nel giro di qualche anno infatti, «mentre il commercio andava in crisi, l’offerta i bar e ristoranti è esplosa andando in concorrenza con il nostro progetto». Una tesi che ha respinto con fornza Antonella Celletti (Lega), secondo cui il problema non è la concorrenza ma l’inadeguatezza della struttura («quello che doveva essere il magnete del centro storico si è smagnetizzato»). L’apertura al confronto è stata massima da pare della società e del suo presidente, ma ieri Placuzzi e gli altri consiglieri della società hanno incassato più che altro critiche. A partire dalla natura dell’intervento di riqualificazione del 2014 («una ferita profonda», l’ha definita Capponcini del M5s; «un errore ampliare così tanto quella struttura», ha detto Denis Parise di Csn). Vane in questo senso gli inviti di Placuzzi a guardare al presente e a non rimanere ancorati a un passato nostalgico. Dal canto suo il vicesindaco Christian Castorri ha rivendicati la necessità di intervenire sul foro annonario: «Sul fatto che fosse un luogo così tanto apprezzato dalla anche nel 2012 quando cominciò l’intervento ho qualche dubbio».

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