Sono stati tutti assolti, seppure con formule differenti, gli ultimi otto imputati di due dei filoni processuali unificati legati al crac dell’Ac Cesena: quelli riferiti ai lavori per il nevone allo stadio “Manuzzi” nel 2012 e alle accuse di false fatturazioni nel periodo 2010-2012, attraverso cui sarebbero stati “manomessi” i conti della società del Cavalluccio. Oggi i giudici Ilaria Rosati e a latere Marco de Leva ed Elisabetta Giorgi hanno dichiarato non colpevoli Igor Campedelli e Giorgio Lugaresi, gli ultimi due presidenti della società bianconera andata a rotoli nel 2018, e altre figure chiave della vicenda finita sotto la lente della magistratura, come Potito Trovato, Luca Leoni e Maurizio Marin. Per alcuni di loro e per certi capi d’imputazione, è stato in realtà decisivo il fatto che è trascorso troppo tempo e quindi è scattata la prescrizione, come era già avvenuto per altri protagonisti dell’ultima fase dell’epopea dell’Ac Cesena, come Luca Mancini.
Assolti e prescritti
Giorgio Lugaresi (la cui denuncia aveva sollevato il polverone giudiziario che aveva poi travolto anche lui) e Igor Campedelli, difesi rispettivamente dagli avvocati Giovanni Majo e Fabio Belloni, se la sono cavata perché il fatto non costituisce reato, cioè i giudici non hanno ravvisato l’elemento soggettivo del dolo. Per il secondo una parte delle accuse è invece caduta per prescrizione. Potito Trovato, difeso dall’avvocato Antonio Baldacci, è stato assolto perché il fatto non sussiste in relazione ad alcune ipotesi di reato e per prescrizione per altre. Luca Leoni, tutelato dall’avvocato Alessandro Sintucci (che ha espresso particolare soddisfazione per il suo cliente, dopo 9 anni di tribolazioni, inclusi sequestri della casa e dei conti correnti), ha ottenuto unicamente la formula più piena, quella per cui il fatto non sussiste. Infine, è stata dichiarata la prescrizione, e quindi la fine del processo con l’estinzione di eventuali reati, per gli imprenditori edili Coclite Mastrorazio e Ilir Aslani (difesi dall’avvocato Fabrizio Briganti), Paulin Camai e Maurizio Marin (difeso da Luca Ferrini).
Dichiarazioni spontanee di Campedelli
Prima della sentenza, Campedelli ha voluto fare dichiarazioni spontanee, negando di essere voluto scappare all’estero, dicendo di non avere in alcun modo impoverito l’Ac Cesena durante la sua presidenza, rivendicando la correttezza dell’operazione di mercato fatta per il terzino giapponese Nagatomo ed evidenziando che c’era l’estrema necessità di rimuovere il nevone dallo stadio e da Villa Silvia, perché altrimenti la squadra non avrebbe potuto neppure allenarsi o avrebbe dovuto farlo chissà dove. Come dire che, se anche un po’ di confusione è stata fatta, coinvolgendo diverse ditte, è stato per una pressante necessità reale e non per fare “pastrocchi” con le fatturazioni. Proprio la contabilizzazione di fatture per operazioni inesistenti era una delle accuse al centro del processo, con gli inquirenti che sostenevano che quella mossa era stata fatta per abbattere la base fiscalmente imponibile.