Cesena, pressing su Hera contro le bollette folli: il sindaco frena
Frenata del sindaco Enzo Lattuca sulla richiesta fatta da Giuliano Zignani, segretario regionale della Uil, di abbattere gli importi delle bollette andate alle stelle destinando a questo scopo gli utili di Hera e delle altre società multiutility. Le perplessità del primo cittadino cesenate sono dovute un po’ al fatto che questa operazione si fa già, anche se va detto che è limitata alle fasce più deboli della popolazione, e un po’ alla considerazione che la crisi della Borsa, che si sta aggravando nelle ultime settimane, si farà sentire sui conti del colosso. L’impressione è che l’ordine del giorno che la Uil proporrà di discutere e votare nei Consigli comunali per sollecitare le amministrazioni pubbliche a usare i profitti di Hera, di cui sono socie di maggioranza, per allentare il cappio dei costi energetici che strozzano le famiglie, sia destinato a essere quanto meno ritoccato, almeno a Cesena. La riflessione di Lattuca parte dal tema sulla bocca di tutti: quello degli extraprofitti. Premette che «sono per lo più di chi produce energia elettrica e la vende, e secondariamente di chi invece compra e rivende gas», e quindi interessano marginalmente Hera. Comunque ricorda che «una tassa sugli extraprofitti energetici», a cui si dice favorevole, «è stata introdotta qualche mese fa dal governo Draghi con Decreto Legge». Poi aggiunge che «questa misura va difesa e rafforzata», evidenziando che «naturalmente si applica non solo a Hera ma a tutte le aziende del settore energia, anche a quelle private al 100%, e non può che essere così». Detto questo, in linea generale, dichiara di ritenere «giustissima la proposta di Zignani», ma sostiene che «è quello che facciamo da tanti anni. I dividendi delle azioni di Hera e di altre società partecipate detenute dal Comune vengono utilizzati per sostenere la spesa sociale rivolta ai più fragili e offrire ai cittadini servizi pubblici di qualità superiore allo standard. Sono infatti centinaia ogni anno le famiglie aiutate dal comune con contributi per le utenze e le bollette, contributo per l’affitto, contributi straordinari per il sostegno al reddito, esoneri e riduzione canone erp. Allo stesso modo - prosegue il sindaco - grazie alle disponibilità di bilancio derivate dai dividendi Hera, abbiamo potuto da diversi anni rivolgere bandi per contributi e ristori alle piccole e medie imprese locali». C’è poi la questione della disponibilità di risorse che Hera è in grado di distribuire, visto che la tempesta si sta facendo sentire anche sui mercati finanziari, e la multiutility è quotata a Piazza Affari. Il suo titolo, dall’inizio dell’anno, ha perso oltre il 40%. Ha inizio 2022 un’azione di Hera valeva 3,71 euro, alla fine della scorsa settimana la sua quotazione è pari a 2,19 euro. Nonostante il quadro generale pieno di incertezze, in occasione dell’approvazione del bilancio 2021, Hera ha comunque deciso di distribuire ai suoi azionisti 0,12 euro di dividendo per azione (con cedola staccata lo scorso giugno), in crescita di 1 centesimo rispetto all’anno precedente e il doppio di quanto distribuiva nel 2005. Ma non è affatto scontato che possa mantenere questa potenza di fioco. Analizzando il bilancio relativo al primo semestre 2002, si scopre infatti che non è tutto oro quel che luccica. Salta sicuramente subito all’occhio, in positivo, il dato dei ricavi, che sono più che raddoppiati, rispetto al periodo 1 gennaio-30 giugno 2021, passando da 4,18 miliardi di euro a ben 8.89 miliardi. Ma se si guarda l’utile netto, lo stesso confronto temporale evidenzia un segno “meno” abbastanza consistente: -12,7%. Per la precisione, a metà anno è risultato pari a 201,7 milioni di euro, circa 30 milioni in calo rispetto allo stesso periodo del 2021.