Cesena, per la sanità chieste programmazione, risorse, assunzioni

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Occorre tornare a discutere di sanità pubblica. Questo è il punto di partenza che ieri in Consiglio comunale ha messo tutti d’accordo, non abbastanza però da far convergere maggioranza e minoranza su un unico testo per un voto unanime. Giovedì sera erano infatti due gli ordini del giorno sul tema, uno presentato da Lega e M5s, l’altro da Pd e Cesena 2024, dopo un’ora e mezzo dibattito, in clima già da campagna elettorale, ciascun gruppo ha votato il documento che aveva proposto e Cambiamo ha votato entrambi.

Tra i punti in comune ai due testi il riconoscimento del ruolo fondamentale della sanità pubblica, l’impatto che questa ha subito con la pandemia e lo stato di difficoltà in cui si trovano le persone che ci lavorano e i cittadini che devono accedere ai servizi sanitari, e la necessità di intervenire in modo tempestivo, di mettere al centro dell’agenda politica una pianificazione post-covid per la sanità nazionale e regionale. Lo spunto, in entrambi i casi arriva dai sindacati.

La Lega in particolare cita una sollecitazione arrivata dalla Uil, «a giugno ci ha proposto un testo per l’ordine del giorno, che però abbiamo ritenuto troppo debole e generico», di qui la decisione di presentare un altro testo, che ha accolto anche una proposta del M5s. Un ordine del giorno (poi bocciato), che impegna la Giunta a chiedere alla regione la riorganizzazione degli apparati tecnici e amministrativi e sugli acquisti per fare economie di scala che generino risparmi, e un potenziamento degli organici soprattutto per i reparti su cui ha avuto maggiore impatto la pandemia, medicina interna e terapia intensiva, prevedendo un ruolo diverso dei medici di base. All’Ausl chiedono la fine della prassi delle agende chiuse, al Governo la copertura totale delle spese sostenute per il Covid e un sostegno per fronteggiare il caro energia.

«Il Pd è legato a un mito di sanità che non esiste più. Teorizza, ma manca di progetti concreti non solo per il futuro, ma anche per le urgenze del presente - ha tuonato Antonella Celletti della Lega -. Dice no alla sanità privata salvo poi ricorrervi più che nel passato. Quando denunciavamo il problema delle liste d’attesa negavate che il problema esistesse, ora invece anche il direttore generale Tiziano Carradori ammette il problema e la Uil parla di allerta rossa». Rincara la dose Claudio Capponcini: «Dobbiamo agire sulla spesa e sulle piante organiche. Veniamo da anni di tagli, non governare la spesa di porta dietro problemi come il mancato piano strategico nazionale. Turni massacranti, reparti chiusi, stipendi fermi al palo da anni non fanno che disincentivare i professionisti e in questo contesto il privato ne approfitta».

Risorse umane e finanziarie sono anche le priorità che indica il Pd: «Scontiamo problemi che vengono da lontano - è intervenuto il consigliere e segretario Pd Lorenzo Plumari, dopo aver ringraziato Cgil, Cisl e Uil per le sollecitazioni da cui nasce l’ordine del giorno -: dal 2010 al 2019 abbiamo avuto 42.380 unità lavorative in meno e la spesa è scesa di 37 miliardi, oggi è il 7,3% del pil, uno degli obiettivi che dobbiamo darci è di portarla al 9,5%». Tra i punti su cui lavorare indica l’integrazione socio-sanitaria, «il rischio è altrimenti che gli interventi del Pnrr si riducano a interventi di edilizia», «Va tolto il numero chiuso a Medicina».

Nell’ordine del giorno chiedono alla Regione chiedono «più trasparenza nella assegnazione dei fondi», perché il finanziamento all’Ausl Romagna venga allineato a quello delle altre Ausl. Al Governo di coprire i costi Covid e di prevedere più risorse per il sistema sanitario nazionale.

A metà tra i due schieramenti c’è Cambiamo: «Non facciamo l’errore di ridurre il dibattito a una contrapposizione tra pubblico e privato» avverte Luigi Di Placido, che a Carradori riconosce «l'onestà intellettuale di ammettere i problemi e di non nascondere la polvere sotto il tappeto». Che ci siano al voto due testi «è nel gioco delle parti, ma credo emerga che tutti condividiamo l’auspicio di una sanità migliore per il territorio».


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