Un’ondata di sfratti sta travolgendo Cesena e la situazione rischia di diventare ingestibile. Il problema non è solo l’insufficienza di case popolari e alloggi sociali. Sono infatti diventati quasi introvabili anche abitazioni da affittare sul libero mercato, magari calmierando i canoni attraverso contributi comunali.
Ondata di sfratti
Ad alimentare l’emergenza a livelli che non si ricordavano da tempo è stata la fine della moratoria che era stata concessa durante il Covid. Lo scongelamento improvviso di sfratti che in certi casi erano nell’aria già da due o tre anni ha creato un “effetto imbuto”. Col risultato che in un breve arco temporale quasi 150 famiglie cesenati si sono trovate in fase di “espulsione” dalle case dove vivevano e quasi tutte sono alle prese con grandi difficoltà a trovare sistemazioni alternative. E tra l’altro tutto lascia pensare che gli sfratti siano destinati a moltiplicarsi nei prossimi mesi, quando le bollette folli daranno il colpo di grazia a chi già fatica a fare fronte al pagamento del canone mensile.
Alloggi per universitari
L’emergenza abitativa sul territorio cesenate si sta facendo sempre più grave a ha diverse sfaccettature. A un problema, quella con cui si scontrano gli studenti universitari fuori sede, si è messa una pezza nei giorni scorso, grazie a un accordo con Ergo, l’azienda regionale per il diritto agli studi superiori dell’Emilia-Romagna, che metterà a disposizione 102 nuovi posti in città.
Case per i lavoratori
Un altro nodo intricato da sciogliere è quello degli alloggi per i lavoratori. Ne ha parlato il sindaco Enzo Lattuca, qualche giorno fa, durante la presentazione in fiera dell’Atlante della Romagna, frutto di una ricerca commissionata dalla Cisl per individuare gli scenari demografici, economici e sociali da qui al 2030. Il primo cittadino cesenate, durante un dialogo con colleghi degli altri principali Comuni romagnoli, ha messo il dito in questa piaga. A suo parere, la vera causa del problema della mancanza di manodopera che viene lamentato da tante imprese di vari settori non è il reddito di cittadinanza, come sostengono alcuni. «Nel territorio di Cesena - ha ricordato Lattuca - i percettori di quell’aiuto sono solo 271. La difficoltà di trovare lavoratori non dipende da loro, ma soprattutto dal fatto che a Cesena non c’è più una sola casa da affittare. Ci sarebbero chi sarebbe pronto a trasferirsi qui da altre zone, ma come fa se poi non trova un alloggio dove vivere, o se quando ci riesce il canone di locazione porta via più di metà dello stipendio?».
Due pungoli alle imprese
Per superare questi ostacoli, il sindaco chiede «aiuto al mondo delle imprese» in due modi. Da una parte, invita gli imprenditori a «farsi garanti del regolare pagamento degli affitti da parte dei loro lavoratori», per superare le diffidenze che alcuni proprietari anni nei confronti di inquilini che temono possano rivelarsi insolventi. Il secondo appello è rivolto ai «fondi immobiliari: inizino a costruire anche case da affittare - è la sollecitazione di Lattuca - Non è più possibile avere imprese che edificano solo abitazioni da vendere a chi ne ha meno bisogno perché i soldi, e spesso una casa, li ha già».