Cesena, nonna 97enne cieca dalla guerra all'abbraccio alla nipote: "L'ha salvata e la sta portando in Italia"

Una foto davanti al muro di Berlino immortala nonna e nipote. La nipote è Natalia Tchoulkova, cesenate di origini ucraine, che ieri è riuscita a riabbracciare la nonna non vedente di 97 anni, che viveva nella periferia di Kiev. A raccontare la storia che c’è dietro quella foto è Maurizio Paganelli, marito di Natalia, titolare del cinema “Aladdin”.

Una fuga lunga due giorni

Per quell'abbraccio sua nonna ha dovuto affrontare un lunghissimo viaggio, durato due giorni: «Lei viveva nella periferia di Kiev in un villaggio - racconta Paganelli - Sono zone meno sicure della città; noi in Italia sappiamo un decimo di quello che succede in quei posti, delle violenze dei soldati. In quei villaggi i russi, quando arrivano, stuprano, uccidono, massacrano». Per riuscire a mettere in salvo la nonna, è stato fondamentale l’aiuto di un amico, Vitaly Boha, che Paganelli ha ringraziato anche pubblicamente con un post su Facebook: «È riuscito a portarla prima fino alla stazione di Kiev, dove c’erano migliaia di persone, e poi a caricarla sul treno e ad accompagnarla fino a Leopoli». Quella è una delle principali città di snodo per chi fugge dall'Ucraina.

La generosità e la fatica

Là, vicino al confine della Polonia, che ha aperto le frontiere per permettere agli ucraini di scappare dalla guerra, «c’erano centinaia di migliaia di persone continua a raccontare Paganelli - ma l’uomo che l’aveva accompagnata fin lì doveva tornare indietro. Così si è affidato alla generosità di due donne». Da quel momento, sono state loro a prendersi cura della nonna di Natalya. Hanno preso un bus che da Leopoli le ha portate al confine con la Polonia, ma attraversarlo non è stato facile. «Dopo un giorno e mezzo di viaggio, la nonna di Natalia ha dovuto fare anche più di 12 ore di fila alla frontiera, perché dovevano controllare tutti. Quando ci siamo incontrati in Polonia, abbiamo offerto a queste donne un pasto caldo e una notte in albergo: giusto il tempo di riprendere le energie, e poi hanno proseguito il loro viaggio e noi il nostro».

Il pensiero a chi resta

C’è stata anche una deviazione in Germania, dove «mia moglie ha una cara amica, una ex compagna di classe, che sta a sua volta sta ospitando un’amica di Kiev. Così abbiamo allungato la strada per un saluto, prima di tornare a Cesena. In Germania ho incrociato tante auto con targa ucraina, persone che chissà se hanno un posto in cui andare». Il pensiero va alla madre di Natalya: «Lei abita a Kiev, in città. Si è rifiutata di lasciarla. Sono tanti gli ucraini che sono disposti a combattere fino all’ultimo. La città si prepara all’assedio e temo davvero che sarà una nuova Leningrado».

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