Cesena, non solo cinema: Verona immagina il nuovo San Biagio

Il via libera della Soprintendenza che il Comune attendeva da due anni permette di riattivare le procedure per individuare un nuovo gestore per le sale cinema del San Biagio, ma se questo è l’atto più urgente non è l’unico che l’assessore Carlo Verona immagina quel complesso. «Quando il sindaco alla conferenza stampa di metà mandato ci chiese di indicare un progetto per su cui puntare nella parte finale del mandato, io ho indicato il San Biagio», ricorda Verona. Le sale sono chiuse dal 2020, ma quello che l’aveva preceduto era «un periodo triste, che aveva visto il San Biagio perdere funzioni: del polo culturale che era, erano rimaste solo le sale cinema». Ora ci secondo l’assessore ci sono invece le condizioni per avviare un percorso di segno inverso.
«Sono convinto che quel luogo abbia un grande potenziale, a partire dal chiostro delle palme». Le sale cinema, prosegue, «si prestano poco a operazioni prettamente commerciali, credo invece che qui potrebbero trovare uno spazio idoneo progetti a forte connotazione culturale, con rassegne di cinema storico, pellicole restaurate, rassegne dal taglio particolare».
Ma nel progetto che immagina Verona, le sale cinema farebbero parte ci un più ampio contesto dove il video e la fotografia potrebbero trovare spazio nuovo con modalità innovative. «Al san Biagio ci sono spazi che in un anno e mezzo o due si libereranno, penso ad esempio agli uffici Ert, che si trasferiranno al ridotto del Teatro, non appena sarà possibile. Questo ci permetterà di guadagnare spazi nuovi che potranno essere aggregati e reimmaginati nelle loro funzioni».
«Il video da diverso tempo non è più legato solo al musica, penso al video mapping, alla realtà aumentata, ma anche a esperienze teatrali come quelle che a Cesena recentemente ha portato Raffaello Sanzio a Vie, è un settore che potrebbe trovare casa al San Biagio, in questo senso credo potrebbero arrivare contaminazioni interessanti anche dal Teatro Della Valdoca, o dall’esperienza del Malatesta Short Film Festival». Poi c’è la fotografia, che a Cesena ha un legame saldo con il cinema e con il San Biagio attraverso il centro cinema: «Per quanto riguarda la conservazione credo vadano fatte attente valutazioni e non so se questo possa essere il luogo più adatto. Credo invece che qui potremmo immaginare spazi da dedicare all’attività laboratoriale o anche di tipo produttivo».
Una visione che nei suoi dettagli difficilmente potrà trovare una declinazione concreta già nel bando che occorrerà fare per la gestione delle sale cinema: «Credo che in quel bando andrà fatta una premessa su quello che potrà diventare quel luogo, ma è soprattutto sulla definizione di linee di indirizzo che dovremo lavorare in questa fase, consapevoli che è un percorso che avrà bisogno di tempo per trovare compimento. La Malatestiana, il museo Archeologico, la Pinacoteca: sono tutti progetti per cui non è bastata una sindacatura, ma credo che sia importante preparare il terreno». Il bando per le sale sarà solo il primo passo. E a proposito del bando, un primo punto di partenza sarà «definire quali interventi di manutenzione saranno necessari, d’altronte parliamo di un luogo che è rimasto chiuso quasi due anni».