«È una polemica assurda» è netto il giudizio del sindaco di Cesena Enzo Lattuca rispetto alle critiche sull’elenco dei danni presentato alla Regione e al Governo. Le accuse arrivate in particolare da Fratelli d’Italia e Lega, è quella di aver presentato un elenco gonfiato, includendo anche interventi che non sono in realtà stati causati dall’alluvione ma che erano già previsti in progetti precedenti.
I danni censiti
Si compone di 211 voci l’elenco trasmesso dal Comune di Cesena alla Regione Emilia-Romagna con la ricognizione dei danni al patrimonio comunale che gli eventi meteorologici del 2-3 e soprattutto del 16 e del 17 maggio hanno lasciato a Cesena. Nella conta dei danni ci sono quelli causati dagli allagamenti e dalle frane, le spese pulire le strade quando la piena si è ritirata, ma anche i danni che sono rimasti una volta cessate le piogge e rimossi fango e acqua, comprese le infiltrazioni causate dalla quantità straordinaria di pioggia caduta in quei giorni. L’ammontare complessivo dei danni censiti al patrimonio pubblico è 58.013.000 euro. Nell’elenco ci sono 13 interventi per cui è stimato un costo uguale o superiore al milione di euro. Il più oneroso è l’intervento strutturale che sarà necessario per mettere in sicurezza il Cesuola (15 milioni), seguono la frana di via Santa Lucia per cui a una prima stima, probabilmente da rivedere al rialzo visto che la frana si è mossa ancora, sono stati calcolati 5 milioni di euro per il ripristino e il Bingo (4 milioni di euro), completamente sommerso dalla piena.
Criteri predefiniti
«Si tratta di elenchi - spiega Lattuca - stilati dagli uffici tecnici seguendo le indicazioni della protezione civile nazionale e regionale, su fogli excel preimpostati, confrontandosi di mano in mano con la Protezione civile in caso di dubbi». Quelli che hanno dettato la composizione degli elenchi non sono stati criteri definiti in modo autonomo dai singoli enti. Ciascun intervento è stata classificato sia secondo i criteri indicati dalla protezione civile nazionale, sia secondo quelli previsti per chiedere l’accesso al fondo europeo di solidarietà.
Ricognizione dei danni
Alle accuse dei parlamentari della maggioranza di governo e delle opposizioni locali di aver messo in elenco edifici che non si sono allagati o interventi già previsti, si contrappone la funzione stessa degli elenchi richiesti agli enti locali. Sono stati contestati i danni alla Malatestiana e a Palazzo Albornoz causati dalle infiltrazioni, i 15 milioni per la messa in sicurezza del Cesuola perché era già parte di altri progetti: «Quella in cui siamo adesso è la fase di ricognizione del danno - spiega Lattuca -. Ci è stato chiesto di indicare tutti i danni riconducibili agli eventi meteorologici del 2-3 e 16-17 maggio. Fra questi, per intenderci, ci sono anche le piogge che hanno causato infiltrazioni alla Malatestiana o in diverse scuole». Così come è frutto di una precisa indicazione l’inserimento in elenco anche degli interventi sulle strade vicinali: «Riaprirle era un nostro onere e per questo, ci è stato spiegato, spettava a noi anche la ricognizione e la segnalazione del danno».
Stimare per poi decidere
Lo scopo della ricognizione è quello di stimare l’entità degli interventi che sarà necessario fare e quante risorse richiederanno, «non si tratta di un bando in cui chiediamo il finanziamento di singoli progetti. Se e con quali risorse saranno finanziati questi interventi, così come la definizione delle priorità, dipenderà anche dalle scelte che farà il Governo. Sulle risorse in alcuni casi ci saranno le assicurazioni, in altri l’esecutivo potrebbe anche decidere di finanziare solo ed esclusivamente i danni da allagamento, sono scelte di cui si assumeranno eventualmente la responsabilità». Rispetto alle critiche ricevute Lattuca aggiunge anche un altro elemento: «Le piogge straordinarie e le piene dei fiumi in alcuni casi hanno creato danni che prima non esistevano, in altri casi hanno esasperato criticità che erano già esistenti. Ma sostenere che questi interventi non vadano considerati è come sostenere che una chiesa crollata in un terremoto non va ricostruita se aveva già delle crepe prima della scossa».
Le priorità
L’individuazione delle priorità, altra presunta mancanza degli elenchi presentati, «non era richiesta in questa fase. Se il Governo deciderà di delegarci anche la definizione delle priorità lo faremo, ce ne assumeremo la responsabilità. Ma quello che ci è stato chiesto fin qui è la ricognizione e la stima di tutti i danni». Stima che dovrebbe essere utile nello stanziamento delle risorse, tema rispetto al quale fino a ieri, «non abbiamo ancora alcuna novità». «È davvero assurda la polemica», conclude Lattuca che denuncia un clima di diffidenza secondo lui ingiustificabile: «È come se lunedì mi rifiutassi di andare ad incontrare il generale Figliuolo dicendo che fin quando non viene pubblicato decreto che ne formalizza la nomina a commissario non posso fidarmi».