Cesena, la maestra Eleonora ha completato il sogno: "I miei 675 km fino al santuario di Santiago"

Il Cammino di Santiago: un sogno coccolato per 17 anni, fin da quando era piccola. La maestra elementare Eleonora Casadei di Cesena, molto conosciuta anche nell’alto Valle Savio dove insegna, dopo un mese esatto di fatiche ha realizzato il suo progetto: fare il noto percorso sul versante portoghese che si snoda per 675 chilometri in compagnia dell’oceano e degli eucalipti. Il 3 luglio scorso è atterrata a Lisbona per intraprendere il cammino portoghese verso Santiago de Compostela. È stato anche il suo primo viaggio all’estero in solitaria, anche se sul cammino è poi normale incontrare compagni di viaggio con cui diventa naturale condividere le fatiche, incoraggiarsi a vicenda e sentire così di meno la fatica del viaggio. Il 2 agosto c’è stato il rientro in Romagna.
Il racconto del viaggio
«Un vero e proprio incontro con me stessa - racconta Eleonora - un saper vivere nelle mie fragilità e paure, cercando di affrontare le avventure di ogni giorno, tenendo duro quando lo sconforto si faceva sentire. Camminare zaino in spalla ad una media di 20-25 chilometri al giorno non è stato sempre semplice, ma ho avuto la fortuna d’incontrare molti pellegrini, divenuti compagni di viaggio straordinari, che mi hanno aiutata ad andare avanti quando pensavo di non farcela, con i quali ho intrecciato legami di amicizia molto profondi, condiviso risate e lacrime. L’ospitalità e l’accoglienza portoghese mi rimarranno per sempre nel cuore, esattamente come la vivacità e l’entusiasmo galiziano». Una volta giunta a Porto ha intrapreso la variante lungo la costa e da Pontevedra la variante spirituale: «Ho macinato 675 chilometri in compagnia dell’oceano e degli eucalipti - racconta con un sorriso - in ascolto dei miei pensieri e dei racconti dei pellegrini con i quali ho condiviso questo viaggio».
L’arrivo e la gioia dell’impresa
Il 29 luglio finalmente Eleonora è arrivata alla cattedrale di Santiago de Compostela: «Avevo male ovunque soprattutto nelle gambe e nelle spalle - ripercorre quei momenti - ma la gioia che avevo dentro andava oltre ogni dolore perché questo cammino rappresenta l’avverarsi di un sogno che mi porto dentro da quando avevo 13 anni. Sono riuscita a farlo diventare realtà e ancora adesso fatico a credere di esserci riuscita. Il cammino di Santiago ha la capacità di metterti in discussione, di “rivoltarti come un calzino”. È un vero e proprio cammino terapeutico dove tutto è ridotto all’essenziale, a quello che davvero conta e che vale la pena portare con sé. Per un mese gli ostelli sono stati la mia casa, i pellegrini, la mia famiglia, un “nido” fatto di storie, di ricerca interiore, di tanta umanità e volontà di mettersi in gioco, di scoprire e scoprirsi. Questo viaggio è il più grande regalo che una persona possa fare a sé stessa e mi piace pensare che in fondo tutti siamo pellegrini su questa terra, anime in cammino verso la “propria Santiago”».


