Cesena: la Giostra punta su stemmi e contrade
Da oggi, con una conferenza alla Biblioteca Malatestiana tenuta dallo storico Duccio Balestracci, dedicata al duca Federico da Montefeltro, inizia una serie di interessanti eventi di contorno alla magia della Giostra d’incontro, l’antico “palio” cittadino, che si è tenuto dal 1465 fino al 1838. Una tradizione con pochi eguali in Europa, che è stata “resuscitata” nel 2016, grazie alla passione di un gruppetto di appassionati di storia e all’amore per la loro città.
Tutti hanno negli occhi la magnificenza del Palio di Siena, ma senza arrivare a tanto anche Cesena può vantare questo eccezionale pezzo di passato, che anno dopo anno sta entrando sempre di più nel cuore dei cesenati.
Quest’anno la manifestazione, che alle ore 17 del 10 settembre culminerà nella disfida in piazza del Popolo tra cavalieri in armatura e lancia in resta, potrà contare su un tassello in più. Lo riferisce con soddisfazione il presidente dell’associazione di promozione sociale Giostra, Daniele Molinari, che insieme al Comune organizza la rievocazione. «La novità di quest’anno - sottolinea - è il ritorno delle antiche contrade, tramite i moderni quartieri. Nel Quattrocento le 11 contrade cittadine erano tutte comprese all’interno delle mura, mentre oggi la città è molto più estesa. Gli attuali 12 Quartieri ne raccolgono l’eredità ideale e sfileranno con il proprio stendardo nel corteo e alla giostra (visto che c’era una contrada storica in meno rispetto a quanti sono i Quartieri odierni, sono stati abbinati Ravennate e Dismano, ndr)».
Nei nomi delle antiche contrade c’è un pezzo di storia. Basta pensare alla Croce di Marmo (la più centrale), che prendeva nome da una croce, appunto, che ora è al Monte; Strada fuori (cioè il Borgo di Porta Santi), che era una allargamento dell’antica cinta muraria medievale, Murata (la zona della Rocca); San Giovanni (che andava dalla Portaccia al palazzo del Comune, così chiamata perché accanto all’attuale anagrafe c’era appunto la chiesa di San Giovanni), e così via.
«Siamo molto soddisfatti della risposta dei Quartieri - dice Molinari - Alcuni ci hanno addirittura scavalcato, proponendo un loro cavaliere per la giostra. Quest’anno è impossibile, ma dal prossimo ne vedremo delle belle. La funzione della giostra, d’altra parte, è proprio quella di cementare il senso di comunità a tutti i livelli, quello cittadino e di prossimità, oltre a essere una festa popolare».
Gli stendardi sono stati scelti da ogni Quartiere, tenendo conto della loro storia o della loro peculiarità. «D’altra parte - fa notare Molinari - i nomi e i colori fantasiosi di Siena sono un unicum». Ma da adesso in poi anche a Cesena ognuno potrà riconoscere i suoi colori e il suo territorio».
Sabato scorso sono state sorteggiate le quattro contrade-quartieri che in piazza del Popolo saranno in gara al Palio il 10 settembre, rappresentate da altrettanti cavalieri. Sono stati estratti l’Al Mare (antica contrada Strada fuori), il Cesuola (contrada San Giovanni), il Cervese sud (contrada Strada dentro) e il Centro urbano (contrada Croce di marmo). Inizialmente avrebbero dovuto essere cinque i quartieri in lizza, ma uno dei cavalli ha avuto un problema a una gamba e quindi si è preferito non rischiarne l’integrità.
Oggi pomeriggio alle 18 Duccio Balestracci, già professore di Storia medioevale alla Università di Siena, presenta nell’aula magna della Biblioteca Malatestiana il suo ultimo libro “Il Duca”, edito da Laterza. Narra le vicende di Federico da Montefeltro, che sono intrecciate non solo con Sigismondo Malatesta da Rimini, per la storica rivalità tra i due, ma anche col ramo cesenate dei Malatesta. L’ingresso alla conferenza, moderata da Luciano De Troia, è libero. Nel contesto della Giostra cesenate, lo stesso relatore era stato protagonista di un altro incontro pubblico già nel 2020, quando aveva svelato i segreti del Palio di Siena.
Il duca d’Urbino, anche se Malatesta Novello non ebbe mai l’ostilità feroce che caratterizzò il suo rapporto con il fratello di Rimini appartenente alla stessa famiglia, ebbe a che fare direttamente con la città nel 1464, quando per conto del papa Paolo II, conquistò Cesena e Bertinoro.
Venendo all’oggi, Balestracci non ha dubbi su qual è la chiave vincente per consolidare la Giostra cesenate: «Crescerà se riuscirà a sviluppare la partecipazione e la passione della popolazione, così come è avvenuto a Siena, dove per 500 anni c’è stata un’identificazione totale e ininterrotta degli abitanti col Palio. Da questo punto di vista, la valorizzazione delle contrade quali antesignane degli attuali Quartieri cesenati è la base fondamentale per costruire qualcosa di continuativo e quotidiano che non sia solo un bello spettacolo».