Cesena, la donazione di Libera e la visita di Morgantini: lunedì di festa alle Cucine popolari

«Porto belle notizie!», così ieri Franco Ronconi presidente provinciale di Libera ha fatto il suo ingresso nella sede del circolo Hobby Terza Età che ospita le Cucine popolari. La raccolta fondi Tin Bòta lanciata da Libera Emilia Romagna ha permesso di raccogliere 30mila euro per le Cucine popolari di Cesena. Serviranno per rimettere in moto la sede di via Machiavelli dopo l’alluvione, e non solo.
Il successo della raccolta fondi, la solidarietà ricevuta permetteranno non solo di ripartire ma anche di ampliare e consolidare il progetto che a Cesena è nato un anno e mezzo fa. Tra le idee a cui stanno lavorando c’è quello di creare un progetto per aiutare le persone fragili ad avere accesso alle cure dentistiche.
Quella di ieri era una mattinata speciale per le Cucine popolari. Tra gli ospiti attesi c’era anche Roberto Morgantini ideatore e fondatore delle Cucine popolari di Bologna, di cui Cesena è la prima replica fuori dal capoluogo regionale. Morgantini guidava una piccola delegazione di associazioni che stanno sostenendo le Cucine popolari anche di Cesena: Namastè, che opera con i bambini indiani, la Fondazione Azimut che ha attivato progetti a sostegno delle famiglie fragili che frequentano le Cucine popolari, Fitel, federazione italiana del tempo libero, circolo Accatà.
Ieri il presidente delle Cucine popolari di Cesena Enzo Capelletti ha accompagnato gli ospiti anche in un sopralluogo nella sede alluvionata. Mentre gli operai lavoravano per lavare quello che si era salvato e ricostruire gli impianti elettrici, Capelletti raccontava di come l’acqua ha travolto tutto, del disastro che hanno trovato quando sono riusciti a toglierla. «Quello che inorgoglisce è la reazione – ha commentato Morgantini –. Con una nota: non solo i giovani si sono messi in moto, ma anche noi anziani. Nonostante i due metri d’acqua, qua mezz’ora dopo pensavano già a come ripartire. Questo è lo spirito romagnolo. Tanti dei nostri volontari sono stati coinvolti in prima persona dall’alluvione – racconta Capelletti, che rientra a sua volta nella casistica –, ma ci siamo messi in moto e quando a inizio giugno l’Amministrazione ci ha affidato la preparazione dei pasti per le famiglie colpite ci siamo messi in gioco, preparando per tre settimane 500 pasti al giorno negli spazi messi a disposizione dal circolo Hobby Terza Età».
La rete solidale che si è mossa con e per le Cucine popolari di Cesena è cresciuta in modo esponenziale dall’alluvione ad oggi. Elena Baredi, tra le promotrici del progetto ieri mattina arrivava da Biella: «Abbiamo partecipato a una cena di raccolta fondi organizzata per noi da una associazione che non avevamo mai conosciuto». È un dato che «dà fiducia – segnala ancora Morgantini –, un’occasione d’oro che non va sprecata».
Come spesso accade in casi come questi sono le persone a fare la differenza. Vale anche per la raccolta di Libera: «Quando abbiamo lanciato la campagna Tin Bota, che sostiene le Cucine Popolari sono stato contattato da Yertha Patron, socia di Emergency e amica di Libera, che si è attivata insieme a un’associazione di Milano, di cui fa parte un ragazzo originario di Forlì per sostenere il progetto. È grazie a loro che dai 15mila euro iniziali siamo riusciti ad arrivare alla donazione di 30mila euro». A cui si aggiungeranno i duemila euro raccolti con le magliette disegnate da Gianluca Costantini. Storie come questa, insiste Ronconi, «Sono la dimostrazione che le cose si possono fare. Ora aspettiamo che anche il Governo centrale faccia la sua parte, il volontariato non può essere il pretesto per non aiutare, non può ricadere tutto sul volontariato. È ora che tirino fuori il loro bancomat».
Le Cucine popolari di Cesena di fermeranno venerdì per la pausa estiva prima di tornare a settembre là dove sono nate. Saluteranno la città e i loro ospiti con una festa al circolo di via Gramsci a partire dalle 18.30.






