Cesena, la Centrale del latte resiste alla bufera e fa festa

Archivio

Il latte fa festa e lo fa alla grande come sempre da 16 anni. Torna domenica 1° ottobre la tanto attesa, consolidata e partecipata, Festa del latte della Centrale del latte di Cesena. Un appuntamento che dal 2006, quando è partito un po’ in sordina come ha ricordato il direttore della Centrale Daniele Bazzocchi, ormai è diventato una festa della città e non solo. Dopo la parentesi che ha visto la fiera di Cesena come location dell’evento quest’anno si torna allo stabilimento della Centrale a Martorano con musica, balli, spettacoli, area bimbi con Bimbobell e degustazioni di nuovi prodotti, come il cuore di tartufo, il buonissimo mascarpone fresco artigianale ed i nuovi cappelletti al formaggio. Non mancheranno certo i gelati e soprattutto il classico “soft al latte fresco”: cavallo di battaglia della Centrale dagli anni ’70. Come ogni anno il programma della festa è ricco di eventi: si parte alle 14:30 con l’orchestra spettacolo “Frank David” e lo spettacolo dei ballerini della scuola ballo di Martorano e gli sciucaren, mentre nell’area bimbi con gonfiabili Bimbobell darà spettacolo dalle 15:45 fino all’ora di merenda, offerta a tutti i bimbi. Infine dalle 18 alle 19 djset a cura di Radio Studio Delta.

Ci saranno anche esposizioni foto ed oggetti storici e di come dimostrazioni di come si fa il formaggio, il burro e la ricotta artigianale. La festa è anche l’occasione per la cooperativa di Martorano di fare il bilancio «Di un anno difficile per tutto il comparto caseario, ma per noi con anche l’alluvione forse pure di più. Ma nonostante tutto la Centrale continua in un trend positivo. Lo scorso anno abbiamo fatturato 18 milioni e mezzo di euro e quest’anno supereremo i 20 milioni. Nel 2006 ci aggiravamo intorno ai 7 milioni di euro e questa crescita la dobbiamo grazie all’implementazione dei formaggi, di cui oltre oggi ne produciamo 35 tipi diversi. Ma soprattutto grazie al grande sforzo di valorizzazione dei prodotti di qualità ed a km zero».

Covid, aumento dei costi energetici e di produzione, sommati all’alluvione, hanno messo in difficoltà la Centrale, che conta 20 soci raccoglitori di latte, per 8 milioni di litri di latte raccolto l’anno (25mila litri al giorno), 75 dipendenti, 22 agenti di commercio e 22 mezzi di consegna che vanno da Imola, al ravennate, alle colline nostrane e riminesi. «Lo scorso anno abbiamo subito tanto l’aumento dei costi per il sistema inflattivo causato dalla guerra in Ucraina, con un aumento dei costi di produzione, che nelle stalle è stato del 50% per mancanza di cereali ed i fertilizzanti cresciuti anche del 100%. Siamo stati costretti anche noi a fare aumenti sui prodotti, ma inferiori rispetto agli aumenti che la cooperativa ha subito», ha chiarito Bazzocchi.

L’alluvione del 16 maggio scorso ha lambito lo stabilimento della Centrale a Martorano, nonostante questo sia a 100 metri dal Savio. Un colpo di fortuna in un grande disastro come ha ricordato il direttore Bazzocchi. Ma resta alta la preoccupazione per le frane nelle colline, la zona di maggior produzione del latte. «Quella mattina tutti i dipendenti erano a lavorare ed abbiamo prodotto il latte ed i formaggi. L’alluvione è arrivata a metà del nostro viale d’ingresso ma se fosse arrivata allo stabilimento ci sarebbero stati danni ingenti. Quel giorno siamo anche riusciti a fare la metà delle consegne e nei giorni successivi abbiamo fornito servizio ed assistenza alle persone alluvionate. Certo non abbiamo potuto utilizzare l’acqua potabile per una settimana per la nostra produzione ed ancora oggi non possiamo usare il sale di Cervia perché non c’è più. Ma tutto sommato ci è andata bene». Diversamente sul fronte delle frane in collina il presidente della cooperativa Renzo Bagnolini ha espresso le sue preoccupazioni. «Per giorni dopo l’alluvione non siamo riusciti a a fare la raccolta del latte ed il prodotto poi era anche trapassato, non di qualità, perché si è falciato dopo tre giorni e siamo dovuti ricorrere ai ripari. Oggi resta la preoccupazione per le strade franate, perché è vero che sono aperte per transitare ma se comincia a piovere o nevicare queste strade franeranno ancora».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui