Un passo indietro. Tra la fine di maggio e l’inizio di giugno di un anno fa, mentre il Cesena cominciava a rivoluzionare il proprio organico ufficializzando i primi colpi dopo essersi affidato alla premiata ditta Stefanelli-Toscano, entravano nel vivo i play-off di C con il debutto delle seconde classificate Padova, Reggiana e Catanzaro. Erano queste le prime teste di serie del tabellone, alle quali si affiancavano altre squadre forti e molto ambiziose come il Palermo e la FeralpiSalò, cioè una nobile decaduta azzerata dal fallimento e in cerca di rilancio, e una squadra organizzatissima e solidissima che da qualche anno provava la scalata alla prima Serie B della propria storia. Ciò che accadde in campo è storia nota: Reggiana eliminata ai quarti proprio dalla Feralpi, spietata nell’approfittare del black-out emiliano dopo la volata persa con il Modena in regular season. Quindi Catanzaro fuori tra le polemiche contro il Padova in semifinale, dove si sarebbe arrestata anche la corsa dei Leoni del Garda, eliminati dal Palermo di Ciccio De Rose, che a sua volta vinse la finale contro i biancoscudati festeggiando il ritorno in B.
Voglia di ricominciare
Solo una delle tre seconde riuscì ad arrivare in finale (il Padova di Saber), mentre le altre due si arresero ai quarti e in semifinale, come accaduto quest’anno a Pordenone (fuori ai quarti), Crotone (idem) e Cesena (fuori dolorosamente in semifinale). E anche quest’anno, proprio come un anno fa, a salire non è stata una seconda, ma una terza (il Lecco) che in finale ha battuto addirittura una quarta classificata (il Foggia). Tornando ai play-off di un anno fa, è però possibile notare una coincidenza che accomuna i tre gironi e i verdetti di questa stagione: a salire direttamente in B due mesi fa, al termine del campionato 2022-2023, sono state tre delle quattro grandi deluse degli scorsi spareggi, ovvero la FeralpiSalò nel Girone A, la Reggiana nel Girone B e il Catanzaro nel Girone C. Nel giro di 12 mesi, infatti, queste tre squadre sono riuscite a cancellare la grande amarezza della scorsa stagione ai play-off e a chiudere al primo posto senza dover affidarsi nuovamente alla roulette della post season. È l’esempio che deve provare a seguire il Cesena bocciato l’8 giugno scorso.
Conferme e rivoluzioni
Le tre regine di questa stagione o, se preferite, le tre grandi deluse di un anno fa ai play-off, sono tutte accomunate dalla stessa scelta fatta nella stagione passata dopo l’eliminazione: la conferma del tecnico e dell’ossatura. All’inizio della scorsa estate la Feralpi ha confermato Stefano Vecchi, la Reggiana ha scelto di ripartire da Aimo Diana e il Catanzaro si è nuovamente affidato a Vincenzo Vivarini, tutti e tre eliminati ai play-off al primo anno sulle rispettive panchine e tutti e tre promossi l’anno successivo (oggi). Discorso analogo per le rose di bresciani, reggiani e calabresi: nessuna rivoluzione e diversi ritocchi per migliorare una squadra che nella precedente stagione si era ben comportata. Insomma, la continuità tecnica ha pagato e anche la scelta di non ricominciare da zero si è rivelata vincente. Discorso ben diverso per l’altra grande delusa di un anno fa, ovvero il Padova, l’unico club di questo pacchetto delle deluse ad aver cambiato tutto, sia la guida tecnica che tre quarti della rosa. La rivoluzione biancoscudata non ha permesso ai biancorossi di lottare per vincere il campionato successivo e nemmeno di essere protagonista ai playoff di quest’anno, terminati malamente in casa contro la Virtus Verona. Pensando al prossimo anno e alle tante certezze che il Cesena ha nella sua rosa, con tanti big sotto contratto, il suggerimento che offre il recente passato è uno e anche piuttosto significativo.