Cesena, il green pass non va giù a tabaccai ed edicolanti

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«Un controsenso». È così che la maggior parte dei tabaccai ha appreso la novità che li vede obbligati a chiedere il green pass a chi oltrepassa la soglia della loro attività. Per quasi tutti, il fatto che dal primo febbraio dovranno verificare che i clienti abbiano ricevuto almeno una dose di vaccino, o che abbiano l’esito negativo del tampone, «è una scelta illogica», in antitesi con il passato di attività essenziale durante i mesi di lockdown. Monica Giulianelli, dal bancone della tabaccheria in piazza del Popolo, ricorda che «quando tutto il resto era chiuso, noi e pochi altri eravamo aperti. Adesso chi non ha il green pass le sigarette non le può più prendere?». «Ovviamente faremo quello che dobbiamo, - aggiunge prontamente la commerciante - presto metterò un cartello fuori. E al limite … a quelli che non hanno il green pass, le sigarette gliele allungheremo fuori dalla porta». Problemi di disinformazione della clientela, però, non sembrano presentarsi. «Alcuni, quando entrano, prendono il green pass e me lo fanno vedere, altri mi chiedono se devono mostrarlo - spiega Giulianelli -. Insomma, sanno che serve». «La gente è informata» riferiscono anche dalla tabaccheria Omar Magalotti alla Barriera, dove la clientela viene descritta solerte nel mostrare la certificazione introdotta dal governo.

Un lettore all’esterno?

«Ma noi come faremo a controllare tutti?» si chiedono però i due esercenti al bancone del negozio in corso Sozzi. «Metteremo un lettore fuori» azzarda uno. «Costano tanto» le ricorda l’altra. Su una cosa, però, come tutti i loro colleghi, i due tabaccai sono pienamente d’accordo. «Prima eravamo un’attività essenziale e adesso ci “mettono” il green pass. Non ha senso». Giovanni, titolare della tabaccheria in via Carbonari, ha accolto la notizia allo stesso modo. «È poco comprensibile. Prima eravamo “essenziali”, e adesso? È ovvio che è stato pensato per costringere ancora più persone a fare il vaccino, ma a questo punto era meglio mettere l’obbligo vaccinale». Per quanto riguarda l’organizzazione logistica dell’operazione di verifica, il tabaccaio afferma di sperare che «la voce che sta circolando sia vera». Cioè che si decida «l’applicazione di un lettore di qr code all’esterno». «Controllare tutti quelli che entrano - spiega - sarebbe quasi impossibile». Decisamente contrario è invece il tabaccaio Zandoli, in corso Garibaldi affacciato su piazza della Libertà. «Un supermercato - afferma - può pagare un addetto all’esterno per controllare i green pass, qui, invece, dovrò farlo io stesso. Mi metterò all’esterno a controllare». «Per le piccole attività - sentenzia- è il colpo di grazia».

Edicole

«È un lavoro allucinante, è impensabile prendere qualcuno a controllare». Andrea Sintucci, titolare dell’omonima edicola e tabaccheria di Subborgo Comandini, dice chiaramente di non poter essere contento della nuova decisione assunta dal governo. Anche in questo caso, il pensiero va alla considerazione di attività essenziale riconosciuta durante il lockdown. E anche in questo caso, il problema sta tutto nelle operazioni di controllo. «Con i margini di guadagno risicati che abbiamo, non posso certo pagare una persona apposta per verificare i green pass». Tuttavia, alcune circostanze sembrano venire incontro alle nuove incombenze del commerciante. «Ho già messo un cartello all’esterno che avverte dell’obbligo del green pass - racconta - e moltissimi già si presentano chiedendomi se voglio vedere il loro certificato». Secondo i calcoli dell’edicolante, solo ieri, i green pass che i clienti gli hanno spontaneamente mostrato sono stati 26. «Per cortesia li ho controllati tutti - racconta. - Volevo essere gentile con i miei attentissimi clienti». Il lettore del qr code all’esterno non pare essere un’opzione. «Chi sostiene questi costi? Tra l’altro - aggiunge - comprare il lettore potrebbe portare anche sfortuna: ci auguriamo che tutto finisca, e non vorrei che comprare una cosa stabile....». Intanto, il presidente nazionale della Federazione italiana tabaccai, Giovanni Risso, preannucia uno sciopero nazionale, che in caso di mancato ripensamento del governo, sarà «inevitabile».

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