Cesena, il Centro Donna presenta dati e attività in Consiglio

Da un lato l’esperienza del centro donna, dall’altra quella del centro antiviolenza, due realtà collegate (la seconda è parte integrante della prima) ma mentre la prima si occupa di prevenzione e di prima accoglienza, l’altra si occupa nello specifico dei casi violenza nelle sue diverse forme (fisica, sessuale, economica, psicologica).

Case rifugio quasi pronte

A raccontare queste attività ieri nella seduta congiunta della terza e quarta commissione c’erano Claudia Gatta per il centro donna e Valentina Barducci che si occupa nello specifico del centro antiviolenza raccogliendo il testimone da Carolina Porcellini. Con loro l’assessore Carlo Verona che ha posto l’accento in particolare sul lavoro di rete del centro donna, con il Forum delle Donne, ma anche con Ausl e forze dell’ordine. Verona ieri ha aggiornato anche sulle case rifugio di cui si sta dotando il Comune di Cesena: «L’appalto è quasi pronto e dopo Pasqua contiamo di avviare i lavori per averne la disponibilità a stretto giro». Nel frattempo, ha aggiunto l’assessore, «ci stiamo attivando per la stesura del protocollo di gestione di questo servizio».

Centro donna

È molto ampio il fronte di azione del centro donna. Nel corso del 2022 ha incontrato 5 scuole superiori, per un totale di 25 classi, 570 studenti e 30 docenti in 14 incontri. «Nelle scuole non parliamo solo astrattamente di violenza, ma indaghiamo con i ragazzi anche il modo in cui vivono le loro relazioni», hanno riferito ieri Gatta e Barducci. Alle attività condotte dal centro donna si aggiungono quelle a cui il centro partecipa come parte di una rete più ampia: è questo il caso ad esempio della ricerca Unibo sulla work life balance, o il tavolo antiviolenza a cui siedono insieme a Ausl e forze dell’ordine, prefettura, Unione dei comuni, Unibo e Ufficio scolastico. Rientra in questo ambito anche il confronto con le altre associazioni del territorio nell’ambito del Forum delle Donne.

I dati del centro donna

Dal primo gennaio al 31 dicembre 2022 i centro donna ha registrato 834 accessi personali, ci sono stati 1339 contatti telefonici e 142 contatti via mail. Un servizio molto importante che il Centro Donna mette a disposizione gratuitamente è quello della Informazione Giuridica, che vede la collaborazione di 3 avvocate, con competenze in ambito sia civile che penale. Nel 2022, sono state richieste 157 consulenze giuridiche, di cui 90 in ambito civile e 67 in ambito penale.

I dati del centro antiviolenza

Sono circa un centinaio i casi invece di persone che si sono rivolte al centro antiviolenza, dato ancora in corso di definizione 92 quelli che costituiscono il campione di riferimento. Il dato cresce rispetto al passato (60 casi nel 2020, 77 nel 2021), «ma non è detto che ad aumentare sia la violenza, potrebbe essere un fenomeno di emersione, grazie a una maggiore consapevolezza, per questo è importante il lavoro di prevenzione», dice Barducci. Tra i casi del 2022, 56 sono donne italiane, 36 donne di origine straniera. «Abbiamo avuto - riferisce Barducci - anche un paio di casi di donne provenienti dal Bangladesh, per noi si tratta di un dato importante perché stiamo ponendo sempre più attenzione a temi come quello dei matrimoni forzati e alle forme di violenza che hanno un forte legame con la comunità di provenienza. Ci sono comunità più chiuse dove l’accesso ai servizi è più difficile, perché a volte è maggiore la barriera linguistica, ma anche perché circolano con maggiore facilità pregiudizi e falsità, la più comune è: “se denunci ti tolgono i bambini”, ma anche “se vai al centro donna ti fanno prostituire”». La fascia d’età preponderante è quella dei 31-45 anni (30 donne), ma ci sono stati anche casi di ragazze tra i 20 e i 30 (23), «tra le più giovani sono più frequenti i casi di violenza subita dalla famiglia di origine», ha spiegato Barducci. Sono stati 28 i casi di donne tra i 46 e i 60 anni, «e abbiamo avuto anche qualche caso over 61, si tratta in genere di situazioni molto radicate che vanno avanti da tanti anni». Il dato anagrafico, aggiunge Barducci, «aiuta a capire quanto quello della violenza sia un fenomeno trasversale, che può colpire tutte». In 87 casi su 92 la violenza denunciata avviene in un contesto familiare, ad agirla sono spesso ex compagni, fidanzati o mariti, in una decina di casi la famiglia di origine (padri ma anche madri), il reato più diffuso è lo stalking. Sono 64 i casi in cui compare anche la violenza fisica e in 14 di questi c’è anche violenza sessuale, rientrano in questa casistica anche i rapporti subiti come strategia per evitare ulteriori violenze.

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