Cesena, il bar del Bonci riapre: sarà gestito da soggetti fragili

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Lo stile è elegantemente rétro, bancone in legno pregiato, pavimenti in seminato alla veneziana, porte che volgono sul bellissimo foyer del teatro in cui si trova. È il Caffè del Teatro Bonci, per due anni la pandemia lo ha tenuto serrato, ma già molto tempo prima si sollecitava un rilancio distintivo dello spazio, coeso con il luogo di cui fa parte. Così sabato 1 ottobre, sulle note di “Suor Angelica” di Puccini che inaugura il cartellone 2022-23, il Caffè del Teatro Bonci riapre al pubblico con un progetto nuovo, diverso, più inclusivo e culturale, illustrato ieri in occasione della presentazione della stagione teatrale. «Vorremmo che il bar del teatro riaprisse apportando un’idea inclusiva, in grado di raccontare storie al di là del palcoscenico», era il pensiero di Cosetta Nicolini, coordinatrice del teatro Bonci. L’intuizione colta da Elena Baredi presidente Asp, ha portato a un progetto collettivo, sostenuto e condiviso da tre enti pubblici: Ert-Emilia Romagna Teatro fondazione che gestisce il Bonci, Asp distretto Cesena Valle Savio, e Techne, agenzia formativa della Provincia di Forlì-Cesena. Un connubio che trasforma il ristoro del nuovo Caffè del Teatro in un luogo di formazione e integrazione sociale. Il progetto prevede che professionisti, a cominciare dall’appassionata barista senior Sonia Farabegoli, guidino e assistano un gruppo di 7 allievi nel ristoro al pubblico, attraverso un corso che si svolge a diretto contatto con i fruitori, offrendo un’esperienza progettuale sul campo. Gli allievi sono selezionati dai servizi Asp nell’ambito dell’integrazione di individui fragili affinché possano acquisire autonomia. Sono persone che possono trovarsi in situazioni di fragilità per svariati motivi, a volte sono dettate da difficoltà di natura economica, altre volte dalle loro storie di vita. Tra chi parteciperà al progetto ci sono due afghani, due donne ucraine, e italiani. «L’obiettivo - intervengono Lia Benvenuti e Sergio Lorenzi, direttrice e presidente di Techne - , è che a fine stagione queste persone siano in grado di avviarsi alla professione, sostituiti l’anno prossimo da nuovi allievi». Il bar sarà aperto nei giorni di spettacolo e manifestazioni teatrali; due ore prima in anticipo, e fino a mezz’ora dopo lo spettacolo. «Occasione questa - aggiunge l’assessore Carlo Verona - per favorire l’ingresso e la visita al teatro anche a chi non segue gli eventi del palcoscenico». Un esperienza del genere in un teatro del valore e del prestigi del Bonci è forse unica nel panorama nazionale. Ne è particolarmente orgogliosa Elena Baredi, presidente di Asp Valle Savio, che crede molto al progetto: «Il Caffè del Teatro Bonci diventa il simbolo di un teatro che incrocia tante comunità; Cesena è pronta a questo come le tre istituzioni pubbliche coinvolte dimostrano. Ce lo insegna Italo Calvino: le favole sul palcoscenico sono vere perché incrociano i destini dell’umanità. Il senso di questo Caffè è di raccontare e includere più storie possibili». Anche il presidente di Ert Giuliano Barbolini plaude al progetto: «Oltre alla cultura, a teatro si condividono valori, fra i quali l’essere comunità, e dunque anche il sostegno a progetti inclusivi e sociali». A tal proposito, in accordo fra Ert e Asp, sarà promossa la tessera “One for you”; consente a chi ha meno possibilità, di accedere alle attività del teatro al costo simbolico di un euro. «Il teatro è per noi luogo corale di una comunità che dà ospitalità a persone che esprimono bisogni diversi», aggiunge la coordinatrice Nicolini. La formazione sul campo è una entusiasmante scommessa che richiede anche disponibilità da parte del pubblico fruitore: «Credo che l’istituto professionale Lugaresi mi abbia formato buon elettricista – aggiunge Lorenzi di Techne. Ma non mi ha insegnato a interagire con le persone, cosa che invece questo progetto di formazione sul campo vuole fare». La differenza in questo caso, è il caffè; l’azienda Estados Cafè ha collaborato agli allestimenti.

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