Cesena, Gpl auto e collaudi nel tritacarne burocratico

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Una novità normativa che riforma le modalità del passato, la pandemia, gli uffici che si fermano e il personale che lavora a distanza. Sono questi gli ingredienti che hanno contribuito a creare un limbo caotico e di scarse certezze per chi, nei primi sei mesi del 2020, doveva collaudare le bombole del gpl della propria macchina.

Nel limbo “per sbaglio”

A raccontare la sua personale odissea burocratica è un cesenate. Il suo è un caso particolare, in quel limbo ci è finito “per sbaglio”, ma ha scoperto di non essere solo a doversi destreggiare tra una burocrazia poco chiara, rimpalli di competenze e scarsa preparazione alle nuove regole.

«Mi era “scaduta” la bombola del gpl a dicembre 2019 - racconta - ma tra una cosa e l’altra sono “arrivato lungo” e nel frattempo è arrivata la pandemia e il lockdown». Con il lockdown è arrivata anche la proroga da parte del Ministero, che vista la chiusura di molti uffici, consentiva di rinviare di qualche mese collaudi e revisioni.

Il primo tentativo

«Sono riuscito a cambiare la bombola il primo luglio. Nel frattempo avendo una macchina a doppia alimentazione, avevo smontato la bombola scaduta. Quando a luglio il meccanico ha montato quella nuova, mi sono mosso per farmela certificare dalla motorizzazione pagando i bollettini necessari». Una spesa che ammontava circa a 45 euro che si aggiungono ai 500 della bombola. «Dopo quasi un mese mi scrivono una mail dall’Ufficio revisioni della Motorizzazione dicendomi che non mi possono fare il collaudo e che devo rivolgermi a un ente privato. Unica nota positiva: mi hanno rimborsato, anche se con calma, i soldi dei bollettini».

In cerca di un privato

A quel punto, seguendo le indicazioni ricevute, si rivolge all’Upa: «Io ho dato per scontato che fosse quello l’ente privato a cui rivolgersi, ma lì mi hanno detto che dovevo rivolgersi alla Motorizzazione, gli ho fatto presente che è stato proprio dai loro uffici che mi avevano detto di rivolgermi a un ente privato». Nel tentativo di districarsi in questo ping pong tra uffici, dopo diversi tentativi e risposte simili, alla fine arriva quella che sembra indicare la soluzione: «All’Upa mi hanno sapere che le leggi sono cambiate e che ora le certificazioni le fa il meccanico che fisicamente ha montato la bombola».

Un problema mai risolto

A questo punto, prosegue il racconto, «chiamo il meccanico e gli chiedo come fare per il collaudo. Lui risponde che “ho tutti i documenti in macchina e che sono a posto”. Mi metto l’anima in pace e convinto di essere in regola, giro fino a fine 2021, quindi più di un anno». A dicembre 2021 ad andare a collaudo è la macchina, ed è in questa occasione che scopre che il problema della bombola in realtà non è mai stato risolto: manca la certificazione, l’auto non può essere collaudata così.

L’errore

«La mia casistica, essendo la bombola scaduta nel 2019, era diversa. Il meccanico - ha ricostruito il cesenate - mi aveva dato il via libera senza approfondire, l’ho scoperto solo dopo aver discusso con lui per capire dove stesse l’errore. Il mio caso è particolare, ma parlando con i collaudatori ho scoperto che ci sono centinaia di persone che hanno fatto il collaudo delle bombole in quei sei mesi si sono trovati in una situazione del tutto simile. In quei sei mesi, infatti, nessuno, né la motorizzazione, né l’Upa, né il meccanico, sapeva bene cosa fare».

La soluzione

Per risolvere lo stallo in cui si è trovato alla fine la soluzione è stata quella di “ripetere” l’installazione della nuova bombola. «Ho pagato altri 150 euro al meccanico, che mi ha installato la bombola che di fatto avevo già e che era nuova, e ha attivato il percorso giusto per ottenere la certificazione. Tutto questo perché la Motorizzazione era ingolfata dai tre mesi di stop forzato. La colpa è mia, dovevo approfondire di più. Ma da quel che ho capito non sono stato l’unico messo in fallo da quella situazione».

Secondo l’osservatorio di Facile.it, per gli automobilisti dell’Emilia-Romagna il nuovo anno si apre con un quadro in chiaroscuro. Se da un lato, nella provincia di Forlì-Cesena, a dicembre 2021 per assicurare un’auto occorrevano in media 360,68 euro, vale a dire l’11,78% in meno rispetto allo stesso mese del 2020, dall’altro sono più di 63.000 gli automobilisti della regione che nel 2022 vedranno aumentare il costo dell’Rc auto e peggiorare la propria classe di merito a causa di un sinistro con colpa dichiarato nel 2021 (+17% anno su annuo).

In termini percentuali si tratta del 2,52% del campione analizzato, percentuale che risulta essere più alta rispetto a quella nazionale (2,47%). Guardando alla provincia di Forlì-Cesena, la percentuale di automobilisti che hanno denunciato all’assicurazione un sinistro con colpa è pari al 2,07%, valore tra i più bassi registrati nella regione.

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