Cesena, giorno della memoria e mini-museo sull'eccidio del 1377

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Potrebbe essere la volta buona per recuperare una volta per tutte e in modo stabile e “istituzionalizzato” la memoria del sacco dei Bretoni del 1377. Dopo gli input culturali arrivati dall’avvocato-ricercatore storico Andrea Sirotti Gaudenzi, che martedì scorso ha tenuto una conferenza di spessore su questo tema nella chiesa di Budrio di Longiano, su invito del parroco don Filippo Cappelli, anche l’ex assessore alla Cultura Daniele Gualdi propone di dare vita a un appuntamento fisso, da ripetere anno dopo anno. Una vera giornata della memoria, da celebrare alla Biblioteca Malatestiana, ogni 3 febbraio. Ma non è finita qui. Suggerisce anche di creare all’interno della Biblioteca Malatestiana uno spazio multimediale storico-culturale specificamente dedicato al sacco dei Bretoni. L’idea è in linea con la sottolineatura fatta dal sindaco sull’importanza di quei tragici fatti, che costarono la vita a un numero di cesenati che oscilla, a seconda delle fonti, tra 3.000 e 5.000. Quel massacro, ordinato dal cardinale Roberto di Ginevra e attuato dai mercenari comandati dal celebre condottiero di ventura Giovanni Acuto, lasciò per sempre il segno sulla città di Cesena, Non solo perché ne cancellò in buona parte la popolazione che viveva lì prima della strage, rinnovando radicalmente le famiglie di cui tanti cesenati sono i lontani discendenti, ma perché spianò la strada all’avvento della Signoria dei Malatesta e alla rinascita della città. Gualdi, rivolgendosi a Enzo Lattuca, lancia un messaggio: «Sì, facciamo qualcosa per ricordare quel massacro della popolazione civile ricordato in tutti i libri di storia». Dopo avere premesso che il primo cittadino ha dichiarato che «è il momento di riportare davvero in vita la memoria di quei fatti, anche valorizzando l’importante lavoro di scrittori e studiosi di storia locale», l’ex assessore rilancia. «Lo sostengo da tempo - afferma - Il 3 febbraio di ogni anno deve essere celebrato come ricordo e memoria dell’eccidio compiuto, ma soprattutto quella storia va raccontata in un luogo permanente, come può essere la Biblioteca Malatestiana. Attraverso le immagini ottenute con le nuove tecnologie si può consentire ai visitatori una piena immersione in quel periodo storico, che segnò profondamente la nostra città ma che fu parte della storia italiana attraverso le battaglie combattute fra la lega di alcune città, capitanate da Firenze e il papato e in cui Cesena si trovò al centro. In questo modo si valorizzerebbe pienamente l’apporto degli studi degli autori locali. È forse il modo più attivo e coinvolgente per fare conoscere quel periodo storico e quei tragici avvenimenti che si abbatterono sui cesenati».

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