È Alessandro Francioni, uno dei tre dirigenti dell’Unione dei Comuni Valle Savio, il nuovo direttore dello stesso ente. Lo ha comunicato ieri sera il sindaco Enzo Lattuca, che è anche il presidente dell’Unione e lo ha scelto. L’occasione è stata offerta dalla commissione consiliare presieduta da Enrico Sirotti Gaudenzi, convocata su richiesta delle minoranze, dopo che la Lega, e con toni ancora più pesanti Luigi Di Placido, di Cambiamo, e Alice Buonguerrieri, di Fratelli d’Italia, avevano contestato l’operazione in un modo che lasciava intendere un aggravio di costi, smentito dal sindaco, e nel caso del partito guidato a livello nazionale dalla Meloni addirittura favoritismi per affinità politica. Tutto è nato dalla necessità di sostituire Manuela Lucia Mei, che si è dimessa dalla funzione di direttrice dell’Unione, essendo stata chiamata a portare la propria professionalità in Provincia, in aggiunta all’impegno già gravoso quale segretaria generale del Comune di Cesena. Prenderà il suo posto, a partire da inizio agosto, Alessandro Francioni, classe 1971, che dopo tanti anni di lavoro nel Comune di Cesena, dove era entrato in servizio nel 1998, e un’esperienza a Bergamo iniziata nel 2020, dallo scorso febbraio era rientrato alla base.
Risparmi: «Lo dice l’algebra»
Il sindaco ha spiegato che la decisione di puntare su di lui è dovuta alla dimestichezza che ha già con i servizi a gestione associata e ha il vantaggio che, trattandosi di una scelta interna, assicura anche un risparmio. Rispetto alla precedente situazione, per la Provincia la riorganizzazione che l’ha indirettamente coinvolta con la scelta della Mei vale una minore spesa di 64.000 euro, per il Comune di Cesena il risparmio è di 25.000 euro e per quello di Montiano di 4.000 euro. Lattuca ha comunque fatto notare che, anche se la scelta fosse caduta su un esterno, non ci sarebbero stati aggravi di spesa: avrebbe percepito lo stesso compenso che spettava alla Mei per la funzione aggiuntiva di direttrice dell’Unione, cioè 15.000 euro lordi all’anno. È «una questione algebrica - ha sottolineato il sindaco - e i numeri non mentono». Poi sull’insinuazione di Fdi di seguire la logica del «poltronificio rosso», per «sistemare compagni di partito rimasti senza lavoro», ha ricordato che da quando è primo cittadino di Cesena ha fatto 8 selezioni di dirigenti e solo in due di questi casi ha scelto interni. Ha inoltre aggiunto che non si è mai interessato per quale partito simpatizzassero, ma ha valutato esclusivamente le loro capacità. Anzi, ha confidato che, lavorandoci insieme, ha avuto l’impressione che molti dei dirigenti comunali abbiano posizioni politiche differenti dalle sue.
Accuse di colonialismo
Alla fine, il tema al centro della commissione è diventato un altro rispetto a quello all’ordine del giorno, e cioè il dibattito se l'Unione del Comuni funziona o no. I consiglieri d’opposizione, Celletti e Di Placido, sono stato tranchant. La prima ha accusato il Comune di Cesena di fare «la parte del leone» e di comportarsi come «padre-padrone» nei confronti degli altri cinque Comuni dell’Unione (Montiano, Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna e Verghereto), perché è molto più grande. La consigliera del Carroccio vorrebbe quindi «eliminare le Unioni e tornare alla Provincia eletta direttamente dai cittadini». Similmente, Di Placido ha rimproverato al Comune di Cesena di fare «colonialismo» e di trattare l’Unione come il proprio «giardino dei giochi» e ha detto che quel tipo di associazione ha senso solo come «primo passo verso le fusioni tra Comuni, che garantiscono veri risparmi».
La leonessa e la sfida del sindaco
Lattuca, spalleggiato da interventi dei consiglieri del Pd Amedeo Magnani e Angela Giunchi, ha ribattuto che Cesena non agisce «come un leone ma come una leonessa, che si prende generosamente cura dei Comuni più piccoli». Con grandi opportunità per questi ultimi: come esempio, ha citato un bando ministeriale per le “green communities”, che finanzierà con cifre tra 2 e 4 milioni progetti esclusivamente di Comuni associati: in Emilia-Romagna ne verranno sostenuti due, e l’Unione Valle Savio è pronta a candidarsi. Infine, il sindaco ha lanciato una sfida: «Riuniamo tutti i sei Consigli comunali dell’Unione e discutiamo tutti insieme se questo ente funziona o no».