Cesena, frana: alto rischio certificato "ma non compete al Comune"

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Il pericolo frana che incombe sul tratto del torrente Cesuola lungo via Padre Genocchi è reale. Di più: è ufficialmente certificato fin dal 2017, quando l’Autorità di Bacino la individuò come area a rischio da questo punto di vista. E tocca a quell’ente monitorare «lo stato evolutivo del corpo di frana». Così come sono di sua competenza l’eventuale ridefinizione del perimetro della zona da tenere sott’occhio e l’adozione di misure preventive per non peggiorare la situazione e la disciplina d’uso dei terreni lì esistenti. È questa, in sintesi, la risposta che l’Unione dei Comuni Valle del Savio ha fatto pervenire a Graziano Castiglia, che a inizio dicembre aveva chiesto informazioni e chiarimenti in proposito, avendo osservato segni di dissesto che lo preoccupano. Come una serie di vistose crepe sull’asfalto, disposte diagonalmente, che probabilmente sono la spia di movimenti del terreno che si ripercuotono sulla carreggiata stradale.

Il combattivo cittadino aveva indirizzato il suo sos anche a varie autorità, dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin al presidente della Regione Stefano Bonaccini, fino al sindaco Enzo Lattuca. Quindi l’Unione ha inoltrato la risposta anche a loro, ministro incluso. A fare il punto sono stati Giovanni Fini, dirigente del settore Ambiente dell’Unione, e Alessandro Biondi, responsabile dell’ufficio Protezione civile della stessa Unione. Dopo avere precisato che la franosità dell’area è stata tenuta presente nella recente stesura del Piano urbanistico generale e dei Piano di Protezione civile, hanno comunicato che la zona di via Genocchi è in effetti classificata dall’Autorità di Bacino come “R4”, che significa “a rischio molto elevato”. Ma proprio l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, che ha sostituito la preesistente Autorità Bacino Fiumi Romagnoli, è il soggetto istituzionale chiamato a gestire quella patata bollente.

Castiglia ha più volte criticato certi grossi interventi edilizi che negli anni si è permesso di realizzare sulla sovrastante collina di Celincordia e che invece, a suo avviso, andavano e vanno impediti in un’area così fragile.

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