Cesena, ex Roverella: affidato progettone d'oro e sprint

È stata selezionata la cordata di professionisti che stenderà il progetto di rigenerazione del complesso ex Roverella, in pieno centro, dedicato all’abitare sociale. Quanto sia ambizioso questo intervento, finanziato un anno fa con 11,9 milioni di euro grazie ai fondi europei del Pnrr, si capisce anche dall’importo previsto per l’incarico aggiudicato. Se ne occuperà un pool guidato da una cooperativa modenese che opera nel campo dell’ingegneria e dell’architettura, la “Politecnica”, in partnership con uno studio bolognese (Mattioli) e con due architetti cesenati (Sara Angelini e Alessio Valmori) e il compenso pattuito ammonta a ben 819.005 euro. La cifra, comprensiva di Iva, include il servizio di progettazione definitiva ed esecutiva e anche la direzione lavori e le incombenze legate alla contabilità. Nonostante si tratti di opere complesse, che richiedono studi ed elaborazioni approfondite, il Comune ha chiesto di accorciare al massimo i tempi, in quanto è tenuto a osservare scadenze stringenti, altrimenti perderà il sostanzioso finanziamento. Così il raggruppamento di professionisti col quale si è deciso di firmare il contratto si è impegnato a a redigere il progetto definitivo entro 80 giorni e poi quello definitivo entro 40. Quindi, questa parte del percorso dovrebbe essere ultimata a inizio autunno. La procedura di gara era stata lanciata il penultimo giorno dell’anno scorso con un bando della Stazione unica appaltante dell’Unione dei Comuni Valle del Savio.
L’ex Roverella è di proprietà dell’Asp, l’Azienda pubblica per i servizi alla persona, che lo ha trasferito in concessione gratuita al Comune per potere avviare le azioni necessarie alla sua metamorfosi, partendo dalla richiesta per ottenere il via libera dalla Soprintendenza. Situata nel cuore del centro storico, la grande struttura (oltre 6.000 metri quadrati di superficie) sorse nel Cinquecento come convento. Fin dal 1868, con l’apertura di un ricovero, fu via via trasformato in casa per anziani. Ancora oggi, in linea con la sua vocazione sociale ma non al massimo delle sue potenzialità volumetriche, è utilizzato per alcuni servizi a persone fragili: indigenti, richiedenti asilo, senzatetto, in quest’ultimo caso in forma di dormitorio contro l’emergenza freddo. In futuro queste funzioni pensate per i più deboli saranno mantenute, anzi potenziate, ma con uno spirito il più possibile aperto all’intera città. Si andrà da servizi assistenziali e sociali per categorie tipicamente più fragili a servizi e spazi abitativi, con particolare attenzione all’integrazione dei giovani, delle famiglie con bambini e agli anziani, fino a iniziative culturali col coinvolgimento del terzo settore.