Cesena, ex ristorante "Gessi" all'asta con altri tre fabbricati

È arrivato il momento dell’asta pubblica per gli ex Gessi, per anni nell’occhio del ciclone giudiziario e politico. A scatenarlo il pesante risarcimento danni che il Comune ha dovuto pagare agli ex gestori del ristorante in via Del Monte, sulle prime colline di Celincordia: quasi 1,2 milioni di euro. Così ha stabilito una sentenza del tribunale amministrativo, favorevole ai titolari del locale, che lo chiusero cinque anni dopo l’apertura, avvenuta nel 2004. Sulla fine di quell’avventura imprenditoriale incise in modo decisivo lo stop all’autorizzazione temporanea per la veranda, che arrivò dagli uffici di Palazzo Albornoz e culminò poi nella demolizione.
Adesso il fabbricato che ospitava l’attività è stato inserito in un pacchetto di quattro immobili messi in vendita. Con una superficie di 380 metri quadrati più altri 45 di terrazzo, oltre a un’area di pertinenza attorno che occupa 2.700 quadrati, gli ex Gessi sono sulla carta appetibili. Anche se il prezzo a base d’asta non è basso: 637mila euro. Ci sono poi alcuni “però”, che potrebbero scoraggiare possibili acquirenti. Innanzitutto, come è stato precisato nello stesso avviso pubblico, «il suo futuro utilizzo sarà possibile solo in seguito ad opportuni lavori di adeguamento e ripristino». L’edificio, che è su due piani e ha una struttura portante in cemento armato, solai in latero-cemento e copertura in coppi, è infatti in uno stato di conservazione definito «precario» dalla stessa proprietà, ossia il Comune. Ci sarebbero quindi da fare grossi investimenti per rimetterlo in sesto. Tra l’altro, le finestre sono state tamponate per motivi di sicurezza e le pareti sono state imbrattate con bombolette spray e sono i guai più visibili dall’esterno ma di certo non i più onerosi da risolvere. Il problema più grosso, ed evidenziato nero su bianco nella scheda descrittiva dell’immobile, è che «risulta privo di certificato di conformità edilizia e agibilità». Bisogna poi tenere conto che sarebbero a carico dell’eventuale compratore le spese per realizzare la recinzione, per separare le utenze, qualora fosse necessario, e per eseguire la manutenzione del vialetto di accesso carrabile al lotto residenziale, peraltro gravato da una servitù di passaggio su verde pubblico. A ogni modo, chi fosse interessato può presentare la propria offerta entro le ore 13 del 4 ottobre, partendo appunto dalla cifra minima di 637mila euro.
Stessa scadenza per altri tre fabbricati messi all’asta in altrettanti lotti distinti: il fabbricato “San Lazzaro 3” a Case Castagnoli, in via Emilia Levante 3067 (182mila euro); il fabbricato “Burmila” a Bagnile, in via Prima del Cane 431 (98mila euro); il fabbricato “Diegaro 4” in via Emilia Ponente 4354 (234mila euro). Se tutti i quattro immobili venissero venduti al prezzo base, nelle casse comunali entrerebbero 1 milione e 151mila euro.