Cesena, donna disabile e senza lavoro chiede aiuto: "Il Comune mi ha detto che non sono abbastanza indigente"

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Dopo la pubblicazione della notizia riguardante la disperata richiesta di aiuto a trovare una nuova soluzione abitativa, che un cesenate di origine marocchina sta facendo davanti all’ingresso dell’anagrafe del Comune con uno sciopero della fame, non sono mancati altri interventi simili da parte di cesenati in difficoltà. Che nel raccontare la loro storia mettono in evidenza nodi all’apparenza inestricabili: chiedendo aiuto soprattutto e sempre sul fronte casa e lavoro.
«Mi chiamo Paola Bacciali - ha scritto al Corriere una cesenate - Come quell’uomo con 4 figli ho chiesto anche io aiuto al Comune di Cesena ma a me nello specifico è stato risposto che… “non sono abbastanza indigente”.
Ho una disabilità riconosciuta dopo un grave intervento neurochirurgico; avevo trovato lavoro non avendo casa, come badante, ma poi mi hanno licenziato per problemi economici. Non ricordo quanti traslochi ho fatto in due anni e ora prendo la disoccupazione, però questo è l’ultimo mese del sussidio e vivo in una stanza con bagno. In questo periodo ho mandato via tantissimi curriculum via mail ed altrettanti ne ho portati anche personalmente. Ma, forse l’età, sta di fatto che da maggio non ho ancora trovato un lavoro adatto, perché non riesco più a fare lavori pesanti. Anche io ho chiesto aiuto: addirittura al sindaco, facendogli presente la mia situazione difficile spedendogli anche delle mail. Ci sono case del Comune vuote alle quali io però a quanto sembra non posso accedere perché non ho i tre anni di residenza. Tutt’ora nessuno si è interessato a me direttamente ma delle problematiche come la mia si è parlato anche anche apertamente in una conferenza fatta a luglio dedicata alle persone senza fissa dimora. Ringrazio fin d’ora chi mi può aiutare».

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