Cesena, diplomati non pronti per le aziende: corso del "Serra"

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Il 70% del Pil italiano è prodotto dalle piccole-medie imprese, che nonostante le difficoltà dovute alla pandemia e all’esplosione dei costi continuano a cercare giovani competenti, anche nel territorio cesenate. Il lavoro c’è, ma spesso i ragazzi e le ragazze non sono pronti a svolgere nelle aziende certe mansioni o chiedono comfort prima di poterli ottenere come diritto nel tempo, e questo non agevola le assunzioni. È questo il quadro descritto da Iscom Formazione Cesena e Confcommercio, che insieme alla Fondazione Almerici e a insegnati di economia hanno deciso di promuovere un corso tecnico-amministrativo per gli studenti diplomati all’Istituto tecnico economico “Renato Serra”, con l’intento di cercare un raccordo tra scuola e mondo del lavoro, offrendo opportunità di impiego. Gratuito e finanziato dalla Fondazione Romagna Solidale e Fondazione Almerici Montevecchio, il corso prevede 100 ore di lezione per l’apprendimento sulle mansioni di contabilità e amministrazione necessarie all’interno di un’azienda, col rilascio finale di un attestato di partecipazione. Ci si può iscrivere entro il 15 settembre, rivolgendosi a Sara Parantelli (tel. 0547-639895, mail s.parantelli@iscomcesena.it) e si farà una selezione attraverso una prova scritta di ammissione sui principi di contabilità generale e un colloquio motivazionale.

«Con questa iniziativa vogliamo dare una mano sia alle nuove leve che alle imprese nella ricerca di personale - esordisce Augusto Patrignani, presidente di Confcommercio - Nell’ambito lavorativo è molto importante che i giovani siano motivati e che non sentano troppo come un peso quello che fanno». Don Ernesto Giorgi, della Fondazione Almerici, aggiunge: «Non prendiamo chiunque all’interno del corso, perché vogliamo giovani preparati e ben motivati. Queste ore di formazione non sono un inserimento lavorativo, ma un corso per avere una preparazione adeguata alle richieste delle aziende. Nel lavoro purtroppo i ragazzi spesso vengono strumentalizzati e rimangono delusi e questo non deve accadere. Devono vedere il loro lavoro non solo come un diritto, ma anche come un dovere». Alessandra Boni, insegnante di Economia aziendale al “Serra”, ritiene che sia «fondamentale apprendere le numerosissime competenze che servono prima di tutto per arricchirsi personalmente e poi per comprendere meglio il mondo del lavoro» e Piera Ianetti, collega addetta all’orientamento, sottolinea che, «oltre all’acquisizione di capacità tecniche, è importante il lavoro sulla conoscenza della propria persona». Gli enti che investono su questo progetto non hanno scopo di lucro. Puntano solo a far crescere i ragazzi, cosa che a volte non si riesce a fare con le esperienze di alternanza scuola lavoro. Giorgio Piastra, direttore di Confcommercio, lancia anche un appello a chi governerà il Paese: «In Italia si è investito poco su queste attività didattiche: i ragazzi molto spesso escono poveri di competenze concrete e le aziende non li assumono». Quindi serve anche «ampliare la cultura aziendale». Don Ernesto Giorgi invita infine a non fare diventare una semplice “moda” l’iscrizione all’università: «Va sfatato un mito. Ci sono ragazzi che nonostante siano laureati non hanno molte competenze e conoscono il mondo del lavoro meno di chi si diploma in un istituto tecnico. Il corso che proponiamo è un’opportunità, ma non è semplice: serve una buona preparazione, ma soprattutto tanta passione e motivazione».

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