Cesena, Di Giacomo in "Io sono mia moglie"

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Il cesenate Michele Di Giacomo (1983), attore, regista, autore, scoprì “I ammyownwife” (Io sono mia moglie) nel 2012 al Fringe festival di Edimburgo. La sua collaboratrice Silvia Masotti gli disse «questo Michele è il testo per te». Da allora Di Giacomo ha sognato di portarlo in scena: «L’ho letto e riletto – dice – da sette anni è sul mio comodino». L’occasione arriva ora con Ert che produce la messa in scena. “Io sono mia moglie” debutta in prima nazionale assoluta, martedì 8 giugno alle 21 al teatro-cinema San Biagio di Cesena; le repliche proseguono fino al 20 giugno. L’attore cesenate è rimasto folgorato dalla lettura di una vita straordinaria, libera, coraggiosa.

Lo spettacolo racconta della tedesca Charlotte von Mahhlsdorf (1928-2002), nata Lothar Berfelde; a 16 anni indossò un abito della zia e per tutta la vita si mantenne in abiti femminili, nonostante vivesse in una Germania prima nazista e poi comunista. Un ufficiale delle Ss le risparmiò perfino la vita, nonostante i tacchi a spillo. Non solo: Charlotte si distinse come collezionista di mobili e antiquariato, all’inizio dei Sessanta fondò il Gründerzeitmuseum di Berlino-Mahlsdorf, una casa museo dovericavò un bar, ritrovo della comunità omosessuale di Berlino Est. Dopo la caduta del Muro, proprio quando la democrazia sembrava prossima con la riunificazione delle due Germanie, naziskin omofobi diedero fuoco all’edificio.

Così nel 1991 Charlotte decise di lasciare la Germania per la Svezia dove morì. Nel 1992 Rosa von Praunheimraccontò di lei nel film “Ich bin meineeigene Frau”; il drammaturgo americano Doug Wright la volle incontrare di persona. La raggiunse in Svezia, la intervistò per anni e ne ricavò il testo “Io sono mia moglie” che gli valse il Premio Pulitzer per il teatro nel 2004. Ora è Di Giacomo a portarlo in scena affrontando la sua più importate prova d’attore. Nei panni dell’intervistatore Doug e della protagonista Charlotte racconta la vita di lei attraverso una ventina di personaggi incontrati dalla tedesca. «Mi sono immaginato nei panni di Doug e Charlotte centinaia di volte, è davvero per me un debutto importantissimo. Al di là della straordinarietà di Charlotte, mi affascina la modalità di scrittura di “Io sono mia moglie”, tra teatro e indagine giornalistica; amo quando il teatro si mescola alla cronaca. Il testo è scritto per un solo attore, è un gioco di identità ed è un gioco di teatro, dove Charlotte ci racconta la sua storia attraverso i suoi incontri, ma non sappiamo quanto è vera o no. Avrà pure un risvolto di giallo». Info: 0547 355959

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