Cesena, Commissione itinerante all'ex discarica di Rio Eremo

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Una seduta itinerante direttamente sui luoghi di cui si voleva discutere. Nel tardo pomeriggio di ieri la seconda Commissione si è recata alla ex discarica di Rio Eremo. La seduta era stata chiesta dai gruppi di minoranza che hanno poi accettato la proposta del presidente Enrico Rossi di farla itinerante. A fare da guide per il Comune di Cesena c’erano il dirigente del settore Ambiente e Territorio Giovanni Fini, il tecnico Claudio Bracci, per Hera Ambiente, che dal 1 gennaio ha in gestione il sito, Estevan Bosi e Silvia Bondanini. Con loro anche l’assessora Francesca Lucchi.

L’argilla di Montevecchio

La visita è cominciata dalla sommità. «Siamo sull’apice del corpo della discarica» spiega Bracci ai consiglieri. Quella su cui stanno camminando è l’argilla portata dalla frana di Montevecchio nel 2015. Il problema di dove sistemare quella terra divenne un’opportunità quando dalle analisi la composizione è risultata adatta alla copertura della discarica. L’argilla serve ad impedire che l’acqua piovana scenda attraverso il terreno e arrivi alla montagna di rifiuti accumulati là sotto.

La messa in sicurezza del 2008

Questa copertura è uno degli interventi che erano stati previsti nel progetto approvato nel 2008 di messa in sicurezza della discarica che venne utilizzata dal 1960 al 1989. Di quel progetto, che prevedeva interventi per circa 4,5 milioni ne è stata realizzata solo una parte, «la più importante», commenta Bosi di Hera Ambiente mentre il dirigente Fini ripercorre la cronistoria dell’intervento. Di prima parte facevano parte gli interventi di isolamento dei rifiuti, quelli per allontanare il corso del Cesuola e stabilizzare la scarpata. Ma anche il sistema di pompaggio e recupero del percolato, il liquido che nel tempo perdono i rifiuti stoccati sotto terra e che viene indirizzato verso il depuratore attraverso la fogna pubblica. Se un domani quel liquido (non prima di una decina di anni in ogni caso), dovesse avere valori tali da consentirne lo smaltimento nelle acque superficiali allora la discarica potrà dirsi bonificato e il sito potrà potenzialmente essere “abbandonato”.

Verso il nuovo progetto

Se quello è un futuro scenario ideale, nel presente c’è la gestione di Hera ambiente e la prospettiva di dover mettere nuovamente mano al progetto del 2008. «Per come venne pensato nel 2008 non ha senso in termini di costi benefici», spiega Fini. Erano previsti interventi di captazione dei biogas, che oggi dopo quasi quarant’anni non hanno più senso, così come, dati delle analisi sul percolato alla mano, non hanno più senso quelli previsti sulla fitodepurazione. «Il nuovo progetto dovrà agire sulle tematiche ambientali su cui è effettivamente necessario intervenire», spiega Bosi ai consiglieri. Sul tema, riferisce, «l’interlocuzione con il Comune è già cominciata, l’ha rallentata un po’ l’alluvione, ma da quando abbiamo preso in gestione la discarica stiamo studiando storia e dati e credo che a settembre potremo dire di avere il quadro completo ed essere in grado di fare una proposta all’amministrazione sul modo di procedere». Di lì in poi si aprirà la fase della conferenza dei servizi e del confronto con gli altri enti competenti per arrivare poi alla definizione di un nuovo e aggiornato progetto.

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