Cesena, Club Ippodromo: disastro da 3 milioni di danni

Un unico grande lago, che andava dalla piscina ai campi da tennis, fino al bingo, e lambiva il bar del primo piano. Un unico grande lago con acqua profonda un paio di metri, o forse anche due e mezzo, era diventato il club Ippodromo.

«L’acqua è arrivata su due fronti: dalla strada e da dietro, quando il fiume Savio è esondato al di là del ponte della ferrovia - racconta Riccardo Grassi, amministratore delegato di Hippogroup - Quando è calata l’acqua, è rimasto il limo. Solo la pista dei cavalli, perché è a una quota più alta, e le stalle si sono salvate abbastanza: solo un paio di scuderie si sono allagate. Ma dove abbiamo le officine, i magazzini, sotto il ristorante del trotto, si è allagato tutto».

Durissimo il colpo alla sala del bingo, completamente sommersa. «Dovremo tenerla chiusa almeno per un anno e mezzo. In quella sala lavorano 40 persone. Non ci aspettavamo una cosa del genere. La mattina di martedì avevamo aperto l’agenzia e alle 11 abbiamo deciso di non aprire il bingo e chiudere tutto. Avevamo messo le paratie, ma il volume d’acqua arrivata è stato enorme».

Grassi descrive così, con una pacatezza dietro cui c’è forse un’amara rassegnazione, la situazione a quasi una settimana dell'esondazione del fiume Savio. Le sue acque al Club Ippodromo hanno trovato un bacino in cui riversarsi copiosamente.

Incredibile esercito di volontari

Solo negli ultimi due giorni Hippogroup, i dipendenti ed i gestori sono potuti entrare e hanno iniziato a pulire il fango e raccogliere la tanta acqua rimasta. Ed è stato possibile solo grazie all’aiuto, domenica, di quasi 300 volontari, che hanno approntato una catena umana per togliere a secchiate l’acqua. Sono venuti da Bologna, Brescia, Mantova e persino da St.Etienne, i cui tifosi sono gemellati con gli ultras del Cesena. Poi hanno dato una mano gli atleti del Rugby Pesaro, i corsisti del Triathlon Cesena, i soci del tennis, i sub del Lionfish. Insomma, un esercito di volontari che ancora ieri stava lavorando per pulire e portare via le attrezzature rovinate.

Affogati milioni di euro

«Non possiamo che ringraziare tutti coloro che in questo momento ci stanno dando una mano - continua Grassi - Ora cerchiamo di riaprire il prima possibile, ma ci vorranno almeno 20 giorni per l’area piscina, che avevamo appena rifatto spendendo 200.000 euro. Poi rifaremo i campi da tennis, la palestra, anche quella appena rifatta, dove abbiamo dovuto buttare via tutto il parquet e le attrezzature. Ma per il bingo, dove la sala è stata completamente devastata dall’allagamento, ci vorrà un anno e mezzo prima di riaprire».

Una conta approssimativa dei danni l’ha fatta il direttore di Hippogroup, Marco Rondoni, che sui tempi di riapertura è un po’ meno ottimista. «Bisogna vedere che tutte le cose che potrebbero essersi salvate funzionino, per esempio le macchine delle piscine, che erano allagate. Ma certo per rifare il bingo ci vorrà 1 milione e mezzo di euro, mentre i costi delle 40 videolottery, che costano 30.000 euro l’una, sono di proprietà di Lottomatica, che quindi se ne farà carico. In tutto, per ripristinare il club, serviranno 2 o 3 milioni di euro. Solo gli schermi hanno un costo di 200.000 euro».

Quel che è certo è che l’ippodromo aprirà, come stabilito a fine giugno, «perché la pista non ha avuto grossi problemi. Dovremo rifare solo il primo strato. Ma ce la faremo, un passo alla volta», conclude Ronconi.


Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui