Cesena, cittadinanza onoraria ai minori stranieri: scintille in aula

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«Un segnale forte, simbolico, ma anche fortemente politico», così il consigliere del Pd Lorenzo Plumari ha presentato l’ordine del giorno di Pd e Cesena 2024 che propone di istituire la cittadinanza ai minori nati in Italia da genitori stranieri, regolarmente soggiornanti o nati all’estero, ma che hanno completato almeno un ciclo scolastico. Poi approvato a maggioranza coi voti favorevoli di Pd, Cesena 2024, Csn, l’astensione del M5s e il voto contrario di Lega e Cambiamo. Netta la contrarietà della Lega espressa dalla capogruppo Antonella Celletti in un duro intervento, in cui ha accusato la maggioranza di aver strumentalizzato il tema della cittadinanza, di svuotare di significato la cittadinanza onoraria, «con una attribuzione collettiva per motivi meramente politici e ideologici». Celletti sostiene che la proposta del Pd addirittura nuocia alla causa che si propone di perseguire, la festa di conferimento delle cittadinanze onorarie finirebbe per «sottolineare separatezza». Secondo Celletti, la proposta sarebbe addirittura «neonazionalistica». «Il diritto dalla cittadinanza - conclude - non può essere un diritto, non può essere pretesa, deve essere scelta, non regalata». L’ordine del giorno nasce, ha detto Plumari, dalla «consapevolezza che l’Italia è cambiata» e replicando a Celletti: «chi cerca di dividere la città tra inclusi ed esclusi è la destra», a chi pretenderebbe di vincolarla all’adesione ai valori della Costituzione chiede «a chi spetterebbe dare questa patente? A chi pensa stiano in Dio patria e famiglia?». Difende la proposta Angela Giunchi del Pd: «È comunque un passo avanti nella direzione dell’inclusione e dell’integrazione». «Non si tratta di regalare un bel niente - ha detto Armando Strinati di Cesena 2024 - ma di riconoscere la cittadinanza. Questo ordine del giorno è il segno di una città che non vuole far sentire fuori posto nessuno». Il problema secondo Denis Parise di Csn è la tempistica, «andava presentata prima delle elezioni, quando c’era un governo che poteva recepire queste istanze». Lo giudica invece eccessivamente simbolico Claudio Capponcini (M5s): «è un atto privo di effetti concreti». Lo giudica come atto strumentale anche Luigi Di Placido di Cambiamo: «Perché non facciamo la stessa cosa anche per l’eutanasia allora? La cittadinanza deve essere un atto consapevole sia per chi la riconosce che per chi la riceve».

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