Vicenda chiusa? Ancora no. Almeno per quello che è stato uno degli aspetti più dibattuti in tutti questi anni in tribunale. Il caso in concreto “è chiuso” dal punto di vista penale ma non lo è sotto il profilo civilistico.
L’esito
La Cassazione ieri ha esaminato il ricorso presentato da Filippo Narducci contro la sentenza d’appello che aveva visto i poliziotti del Commissariato assolti dalle accuse di lesioni nei suoi confronti. “Assolti perché il fatto non sussiste”. Ed in un caso su tre “Perché il fatto non costituisce reato”. Era stata questa la sentenza dopo 12 anni di processi per i tre agenti del Commissariato di polizia di Cesena (Marco Pieri, Giancarlo Tizi e Christian Foschi, difesi in tutti questi anni dagli avvocati avvocato Marco Martines, Federica Casale, Riccardo Luzi e ieri in Cassazione da Francesco Petrelli) dopo le accuse che un cesenate, il 42enne Filippo Narducci, aveva lanciato loro contro: quello di essere stato picchiato durante un posto di blocco nel cuore della notte. Colpito con un pugno che, oltre ai periti chiamati nel tempo in aula, il secondo grado di giudizio aveva ritenuto “inesistente”.
La genesi del contenzioso
La vicenda è notissima in città ed ha travalicato i confini regionali quando, negli anni, ad occuparsi dei fatti fu la trasmissione “Le Iene”. Mostrando tra le altre cose i “filmati” che quella notte vennero registrati dalle telecamere di sicurezza del Bar Notturno. In uno dei tanti procedimenti penali con variegate accuse che hanno nel tempo preso forma, i tre poliziotti erano stati condannati. Il Tribunale di Forlì li aveva ritenuti in solido responsabili di lesioni. Per aver “colpito con un pugno” Filippo Narducci che era stato bloccato insieme ad altri nel parcheggio del locale per un controllo su una vettura in transito a Cesena nel cuore della notte. Una condanna a 4 mesi (pena sospesa) e 3mila euro di provvisionale su un futuro risarcimento in sede civile. Condanna che non aveva soddisfatto il cesenate (che aspira ad un maxi risarcimento anche da altri procedimenti) e nemmeno i tre poliziotti che ricorsero in appello e vennero assolti. Ieri in Cassazione la decisione dei giudici è arrivata dopo le 22. E dopo che in mattinata il procuratore generale aveva chiesto di rinviare tutto ad un nuovo appello. I giudici hanno invece sentenziato: rigetto del ricorso per Foschi e Tizi che restano pienamente assolti come lo erano stati in secondo grado. Per il poliziotto Marco Pieri, invece (che in appello era stato assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato”) la Cassazione ha decretato che la sua posizione dovrà essere presa in carico dai giudici civili. Fin quando non saranno rese pubbliche le motivazioni del dispositivo non si saprà se per la Cassazione il tribunale civile dovrà entrare nel merito di un eventuale risarcimento danni per Filippo Narducci da parte di Marco Pieri. O se i giudici civili dovranno invece esprimersi soltanto sul “quanto” il poliziotto debba eventualmente risarcirlo. Una sentenza, quella della serata di ieri, che lascia solo parzialmente soddisfatte tutte e due le parti in causa. E che comunque, non è di certo stata l’ultima tappa della tormentata vicenda giudiziaria che coinvolge i tre agenti ed il cesenate. I poliziotti infatti sono sotto processo (in questo caso in appello) per le accuse di sequestro di persona mosse da Narducci, che la sera del controllo fu portato in Commissariato. Una sentenza, questa, attesa invece a Bologna per il prossimo martedì.