Cesena, casa a fuoco: due alloggi inagibili e sfollati sistemati

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Due case popolari in via Braschi 54, dove lo scorso 19 luglio è divampato un incendio in piena notte, non sono sicure. Lo ha definitivamente accertato il Comune, che quindi mercoledì scorso ha fatto scattare un’ordinanza urgente firmata dal sindaco, che ne ha dichiarato formalmente l’inagibilità. Già i vigili del fuoco accorsi sul posto per domare le fiamme avevano constatato che i danni provocati dalla combustione fossero gravi, invitando l’autorità competente a prendere il prima possibile i provvedimenti del caso. Fin dal 26 luglio, una settimana dopo il disastro, il Comune, in qualità di proprietario di quegli appartamenti erp in zona Valdoca, aveva inoltrato ad Acer, ente che li gestisce, la richiesta di «verificare lo stato degli alloggi, metterli in sicurezza e procedere al loro ripristino, al fine di renderli nuovamente idonei al loro utilizzo». Il giorno seguente, con l’ordinanza che ha vietato a qualunque persona di entrare nelle abitazioni, se non preventivamente autorizzata, ha invitato anche a posizionare anche la necessaria cartellonistica di sicurezza. La violazione dell’ordinanza del sindaco costituirebbe un reato penale, quello punito con l’arresto fino a 3 mesi dall’articolo 650 del Codice penale, dedicato all’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Per le famiglie a cui erano state assegnate le due case popolari andate a fuoco c’è quindi stata la necessità di trovare una sistemazione abitativa alternativa, finché non saranno ripristinate le condizioni di sicurezza e si potranno quindi revocare i divieti. Cosa che in uno dei due casi potrebbe avvenire in tempi non lunghi. Una delle due famiglie colpite è riuscita a trovare in autonomia un tetto. La donna che occupava l’altro alloggio inagibile, che è seguita dai Servizi specialistici dell’Ausl e assistita da un avvocato, è stata invece inserita per il momento in una struttura.

L’inferno notturno

Il rogo si era acceso pochi minuti prima delle 4 di notte del 19 luglio e l’acre puzza di fumo si era diffusa fino a chilometri di distanza. Il fabbricato su cui si è abbattuto il disastro conta una decina di appartamenti, ma solo due di questi sono stati intaccati dalle fiamme così pesantemente da non potere essere più abitati. In particolare, è andato letteralmente in cenere quello dove viveva una donna di mezza età con problemi seri di salute, che aveva accumulato all’interno una gran quantità di cose. Una situazione che ha favorito il propagarsi rapido delle fiamme. A fare da innesco potrebbe essere stata una sigaretta che lei stessa aveva acceso e poi appoggiato imprudentemente da qualche parte. L’evacuazione di tante persone nel cuore della notte aveva creato grande scompiglio e non pochi disagi, perché quasi tutti stavano dormendo e si erano dovuti allontanare in tutta fretta per non correre pericoli.

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