Cesena, cacciata dalla villa: 87enne dimessa e ospite da un privato

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Sono durati poche ore gli accertamenti sanitari sulla 87enne che tre giorni fa è stata allontanata dalla villa con tanto di piscina dove viveva a San Martino, a seguito della sua aggiudicazione tramite asta fallimentare. A quel punto, si è però aperto il problema di trovarle almeno una sistemazione temporanea. La disponibilità di una persona ultraottantenne ha messo una pezza, ma resta un punto interrogativo sul futuro più a lungo termine. Una vicina, che si è presa a cuore la vicenda fin dal blitz fatto con un gran dispiegamento di polizia locale, forze dell’ordine e specialiste dei Servizi sociali e dell’Ausl, si è detta pronta a ospitare l’anziana. Ma ha spiegato che sarà in grado di farlo solo nella seconda metà di agosto, perché prima ha impegni di assistenza a familiari.

Dal canto suo, il Comune è pronto a fare doverosamente la propria parte per gestire quella che è diventata un’emergenza abitativa. Se sulla partita del pignoramento dell’immobile a Palazzo Albornoz potevano solo stare a guardare, perché non era di loro competenza, ora c’è un caso sociale di cui occuparsi. Il problema è che la situazione è molto complicata e c’è il rischio che la 87enne da aiutare non sia disponibile a farsi aiutare. In questi giorni ha infatti avuto parole molto dure nei confronti dei Servizi sociali, ai quali ha fatto sapere al telefono di non volerne sapere più nulla, né di loro, né dei supporti comunali che potrebbero essere offerti, come si cerca sempre di fare in questi casi. Potrebbe essere solo una reazione dettata dalla umanissima rabbia con cui ha accolto la cacciata dalla sua casa, ma si sta mostrando molto agguerrita. Pare comunque che, al di là dell’inevitabile situazione di stress, le verifiche sanitarie abbiano comunque confermato la sua capacità di intendere e volere. È una base da cui partire e su cui lavorare per riallacciare un dialogo costruttivo che possa approdare a soluzioni condivise e ragionevoli. Prima che venisse portata via in ambulanza, si erano valutare due soluzioni-ponte per qualche settimana: l’inserimento in una casa famiglia, che avrebbe rischiato di mettere in difficoltà operatori e utenti della struttura ma che si era pronti a fare grazie alla disponibilità dei gestori, e l’accoglienza in un albergo. Questa seconda ipotesi non convinceva però i servizi, perché si sarebbe lasciata la 87enne in un contesto non protetto, difficile da monitorare e potenzialmente pericoloso, viste le sue condizioni emotive: prima che la forzassero a lasciare la casa, aveva infatti minacciato di darle fuoco e anche di farla finita, e si era inoltre introdotta nella piscina, di cui le era stata tolta la disponibilità, rompendo un catenaccio. Ci sono insomma elementi che fanno capire che la situazione è delicata e va trattata con attenzione. Come hanno potuto constatare due assistenti sociali intervenute martedì pomeriggio nella villa e che dopo l’intervento del 118 hanno poi seguito l’evoluzione della vicenda, restando in contatto con la psichiatra che si è presa cura dell’anziana, senza riscontrare necessità di ricovero.

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