Cesena, auto della Polizia sommerse e agenti intrappolati: sindacato denuncia lo scandalo Caps
È stato uno degli episodi che più hanno fatto scalpore nelle prime ore della catastrofe alluvionale e adesso il sindacato di polizia Fsp chiede chiarezza su quella che ha tutta l’aria di essere stata una imperdonabile superficialità, che ha causato danni per parecchie centinaia di migliaia di euro. A finire sotto la lente, con toni sdegnati, è la sommersione delle auto e delle moto della polizia posteggiate al Caps, in via IV Novembre. Come immediatamente raccontato sul “Corriere Romagna”, dopo l’esondazione del Savio verso le 16.10 della scorsa settimana, il Centro d’addestramento della Polizia di Stato è stato invaso da un’enorme massa d’acqua, ce ha bloccato all’interno circa 400 allievi agenti impegnati negli esami di fine corso (ovviamente interrotti, così come le lezioni) e i loro docenti. Tutti sono stati fatti uscire dalle aule e inviati nelle camerate ai piani superiori. Ancora peggiore è stata la gestione dei veicoli parcheggiati, che nessuno si è preso la briga di spostare, e sono finiti sotto più di 1 metro d’acqua.
Il sindacato Fsp è sconcertato: «Non comprendiamo perché con un allarme meteo “Rosso” e con le scuole di ogni ordine e grado con le lezioni sospese, al Caps, posto a pochi metri dal fiume Savio. non siano stati adottati gli stessi accorgimenti». Eppure - viene evidenziato - anche sul sito web del Comune era indicato che bisognava aspettarsi una esondazione verso le 15.20, e quindi addirittura un’ora prima del momento in cui si è verificata la sciagura. Invece, «i colleghi in servizio al Caps non sono stati avvertiti e non hanno potuto evacuare la struttura in tempo». Quando è suonato l’allarme all’interno della scuola di polizia, attorno alle 17, l’acqua era già troppo alta per riuscire ad allontanarsi. Fsp rincara la dose ricordando che già il giorno prima dell’alluvione il Comune aveva disposto la chiusura straordinaria delle scuole, in vista del disastro, e poi in tempo reale ha per tre volte rilanciato l’allarme sul suo sito web (alle 13, alle 14 e alle 15.20), poco prima della tracimazione. E tra le misure prese, il Ponte Nuovo, a due passi dal Caps, era stato chiuso fin dalle 14.30.
E allora come è stato possibile che centinaia di agenti siano rimasti intrappolati in una situazione disagevole e pericolosa e decine e decine di mezzi siano stati sommersi senza che nessuno muovesse un dito? Il sindacato fa un’osservazione molto semplice: I veicoli «potevano esse spostati in altre zone». Così come «molti allievi potevano essere messi in libertà già dalla mattinata».
Queste le richieste di chiarimenti e le critiche fatte da Fsp, che enumera tra i disagi patiti il fatto che sono venute meno per tanto tempo la corrente elettrica (anche i generatori d’emergenza sono stati allagati e quindi messi fuori uso) e l’acqua calda. Vengono anche chiesti lumi sull’eventuale risarcimento dei danni subiti da chi non ha potuto lasciare la struttura perché non è stato evacuato tempestivamente.