Cesena: alta donazione di organi nell'ultimo anno

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«Come Aido Dal 1973 siamo impegnati a diffondere la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule perché un sì alla donazione può salvare una vita, anche la tua».

Oggi sono ancora troppi coloro che dichiarano di non voler scegliere. E intanto 8.000 persone sono in lista di attesa, con la vita sospesa nella speranza di un trapianto.

Aido Cesena nella “Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti” snocciola numeri importanti.

L’attività di “procurement” di Cesena, ha infatti il dato migliore della Romagna visto che nel corso del 2021 (Fonte Report attività di donazione e trapianto organi, tessuti e cellule in Emilia-Romagna Servizio Sanitario regionale), ha consentito un sostanziale recupero delle donazioni dopo il calo del 2020 legato alla pandemia Covid.

In particolare sono stati segnalati 45 potenziali donatori multi organo, di cui 40 a cuore battente e 5 a cuore fermo: 29 i donatori utilizzati con 80 organi organi prelevati e trapiantati. Stabili le donazioni di cornee, con 38 donatori e 76 cornee prelevate. Permane invece insoddisfacente il dato relativo alla donazione multi tessuto a cuore fermo, rappresentato nel 2021 da una sola donazione legata ad un “Dcd” (arresto cardiaco irreversibile).

«Di particolare rilievo invece è stato il lavoro di supporto svolto dal coordinamento locale di Cesena in collaborazione con “l’Ecmo team” per l’implementazione in Romagna e in Regione del percorso Dcd. Sul Fronte degli assensi alla donazione, nell’ambito di Savio Rubicone, nei comuni si registra in media un basso numero di opposizioni alla donazione di organi nel momento del rinnovo della carta d’identità, inferiore al dato nazionale. Vi sono comunque delle criticità, mentre nel comune di Cesena abbiamo il dato più basso di opposizione (13,3 %), nel comune di Roncofreddo si registra un’opposizione del 34,7 % della popolazione, fino al 43% di Verghereto».

La donazione degli organi deve essere una prassi quotidiana, la condivisione della sofferenza degli altri è testimonianza del livello di cultura e di attenzione di un popolo verso i meno fortunati. «Noi dobbiamo operare affinché ciò avvenga in breve tempo, il grado di civiltà delle popolazioni si misura anche attraverso i gesti e le dimostrazioni di attenzione verso i più deboli ed i meno protetti. Sarà segno di civiltà quando riusciremo a ridurre al minimo le liste d’attesa per un trapianto e a considerare l’assenso alla donazione di organi, tessuti e cellule una normale prassi della nostra vita».

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