L’emergenza a Cesena, ora che le strade sono pulite, è meno visibile ma non è finita e non finirà a breve. L’alluvione ha causato e fatto emergere fragilità nelle persone che sono state colpite direttamente dall’alluvione, ma anche in chi è stato colpito indirettamente, come chi non ha avuto la casa allagata, ma a causa dell’alluvione ha perso il lavoro. A una parte di questi bisogni continua a cercare di dare risposta il centro di raccolta allestito nella palestra della scuola Don Milani sin dai primi giorni dell’emergenza, la cui gestione dal 1 giugno scorso è stata affidata al Barco, l’associazione che gestirà l’Emporio solidale e che è costituita da otto associazioni: Croce Rossa Italiana, Adra, Centro di aiuto alla vita, Campo Emmaus, Auser, Arci, San Vincenzo de Paoli, Mater Caritatis. Alla Don Milani possono presentarsi tutti coloro che ne hanno necessità, è aperto dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 12 (cell. 329 3973233; emporiosolidalecesena@gmail.com).
L’emergenza c’è ancora
«Girando per Cesena sembra tutto in ordine, capita che chi viene a consegnare beni da fuori città ci dica che l’emergenza sembra finita, ma non è così. Qui vengono 30-40 famiglie ogni giorno», racconta Susanna Ricci, coordinatrice del progetto dell’Emporio solidale che insieme al presidente dell’associazione Il Barco Werter Faedi (di Cri) e al vicepresidente Ugo Zanolari (Adra) spiega come alla don Milani ci sia ancora bisogno sia di volontari che di donazioni, anche perché il bisogno non diminuisce: «Ci sono famiglie che hanno perso tutto perché direttamente colpite dall’alluvione - racconta Ricci -, ma c’è anche chi è stato colpito indirettamente: chi ha perso il lavoro, chi sta accogliendo ed è andato in stress economico. Se si è passati dall’essere in due a sei, magari per dare riparo a figli e nipoti che hanno perso la casa, far quadrare i conti dopo un po’ può essere difficile».
Servono volontari
Per aiutare come volontari, «basta presentarsi, il lavoro da fare non manca», assicurano. Ci sono da sistemare le merci che arrivano e soprattutto da preparare “i kit”: «È una delle cose che abbiamo ereditato dai volontari che hanno mandato il centro nel primo periodo dell’emergenza. Hanno fatto un lavoro incredibile, organizzato il magazzino in modo ottimale e ideato soluzioni che si sono rivelate super efficaci come quella dei kit: abbiamo quello dispensa, il kit pulizia casa e quello igiene che consegniamo su richiesta a chi ne ha bisogno». Sono una decina le persone che ogni giorno si alternano alla Don Milani, tra loro anche un nucleo di volontari che sono presenti sin dai primissimi giorni, «persone straordinarie che ci stanno aiutando tantissimo». Fino a qualche giorno fa erano presenti anche psicologi volontari dell’associazione di Protezione civile Psicologi per i popoli: «La loro era una presenza preziosa, sarebbe bello riuscire a garantirla ancora».
Una rete solidale
Anche le donazioni sono importanti, «sia quelle dei privati che quelle delle imprese». Prodotti alimentari non deperibili, prodotti per la pulizia della casa e prodotti per l’igiene personale,la lista puntuale delle necessità viene aggiornata anche sulla pagine Facebook del centro di raccolta. Questi i prodotti di cui c’è bisogno in modo costante. Il flusso delle donazioni non si è mai fermato, ma è importante continuare ad alimentarlo: «Abbiamo notato che la rete solidale si sta evolvendo diventando più mirata ed efficace: molti infatti attivano raccolte fondi sui territori per poi acquistare sulla base delle richieste che gli facciamo di volta in volta», spiega Ricci. Le donazioni arrivano da tutta Italia, «tra chi continua a dare ci sono spesso realtà che hanno vissuto in passato situazioni di emergenza e sanno bene cosa significa attraversarle».